Resterà chiuso per due settimane, a partire da domani 2 aprile, il circolo Arci di Maliseti. Lo ha deciso il questore adottando il provvedimento ai sensi dell’articolo 100 del Tulps a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica, con la finalità di impedire il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale. Una decisione che, in parte, lo stesso consiglio direttivo del Circolo stava adottare, con la chiusura anticipata ogni giorno a partire dalle 14, proprio per la difficile situazione che da qualche mese si trovano ad affrontare. Da tempo, infatti, lo stesso circolo aveva segnalato la presenza di spacciatori alle forze dell’ordine. Il gruppetto di pusher, infatti, usava il circolo come base nonostante più volte sia i gestori sia gli avventori avessero cercato di allontanarli. “E’ una situazione insostenibile – spiega il presidente del circolo Giovanni Mosca -. Noi facciamo il possibile, ma non siamo forze dell’ordine e più di tanto non riusciamo. I banconieri sanno che non devono dare da bere a questo gruppetto di marocchini. Cerchiamo di non farli entrare. Ma loro girano con i coltelli.
La situazione è degenerata lo scorso venerdì quando è dovuta intervenire la polizia in seguito ad una lite avvenuta all’interno tra cittadini italiani e stranieri. Gli agenti della Squadra Volante hanno poi appurato che la lite era scaturita in quanto un soggetto marocchino, poi allontanatosi, era stato accusato di spacciare all’interno del locale. Ci sarebbero poi state anche delle avances nei confronti di alcune ragazze che sostavano fuori dal circolo. Lo straniero è stato poi rintracciato dagli stessi poliziotti, in compagnia di un suo connazionale ed entrambi risultavano pregiudicati ed irregolari.
Vista la situazione il questore ha quindi deciso per la chiusura del circolo per due settimane. Il provvedimento riguardava solo l’attività di bar ma il direttivo dell’associazione ha preferito estendere la chiusura a tutte le attività, sperando in questo modo di riuscire a tenere lontano il gruppetto di spacciatori. “Abbiamo fornito la massima collaborazione alla polizia – conclude Mosca -, fornendo le immagini della videosorveglianza. Ma abbiamo bisogno di aiuto: da soli non ce la facciamo più e Maliseti rischia di perdere quello che è sempre stato un presidio sul territorio”.
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