115
Riproduzione vietata
Il sindaco Roberto Cenni rilancia l’idea di affidare ai cassintegrati i tanti campi incolti presenti a Prato per attivare coltivazioni biologiche di qualità. L’idea, lanciata all’indomani della vittoria al ballottaggio, non è stata abbandonata e ha nel frattempo ottenuto i primi commenti favorevoli da parte dei sindacati e di Slow Food. Intanto lo stesso Cenni ne ha parlato in una intervista al Corriere della Sera. “A Prato abbiamo centinaia di ettari di terreni incolti – dice il sindaco nell’intervista al quotidiano milanese, rilanciata dall’AdnKronos -. Affidiamoli ai cassintegrati e facciamo nascere coltivazioni biologiche di qualità i cui prodotti possono essere un punto di riferimento per mense pubbliche, ospedali, ma anche privati e aiutare i lavoratori meno fortunati”. Secondo il sindaco di Prato i vantaggi sarebbero molteplici: da una parte ci sarebbe un’integrazione dello stipendio dei lavoratori con salari tagliati, dall’altra un aiuto a quei problemi psicologici che tormentano la maggioranza dei lavoratori rimasti senza occupazione. L’idea ha incontrato anche il favore delle organizzazioni sindacali. Vorremmo realizzare serre alimentate da impianti fotovoltaici con una produzione di qualità superiore -spiega il segretario della Cgil, Manuele Marigolli- ma per pensare a un piano industriale adeguato sono necessari investimenti e soprattutto aver garantiti acquirenti certi. A Prato mense scolastiche comunali e ospedaliere distribuiscono ogni giorno 15mila pasti: a loro deve essere destinata questa produzione”. “Valuteremo anche altre possibilità di distribuzione – dice Cenni- e ci incontreremo con i sindacati. Io sono convinto che ci siano tutti gli elementi per portare a compimento un progetto ecosolidale che non ha pari in Italia”. Il presidente di Slow Food Prato, Alessandro Venturi, si dice “convinto” che con il progetto lanciato dal sindaco si possa “dare lavoro a più di 500 persone, perché sono molti i gruppi interessati all’acquisto di prodotti biologici di qualità”. Secondo Slow Food andrebbe ripresa e potenziata le coltivazioni di frutta e verdure tipiche della piana pratese, in particolare il cavolo nero, il melone retato pratese, e varietà autoctone di pomodori, zucchine, albicocche, ciliege, e la produzione dello zafferano, che a Prato veniva coltivato sin dal Medioevo.
Riproduzione vietata