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Caporalato nell’edilizia, arrivano le prime condanne per chi sfruttava i lavoratori nei cantieri


Udienza preliminare per gli imputati dell'inchiesta che ha portato alla luce un sistema di sfruttamento della manodopera nel settore edile. Tre condanne con il rito abbreviato, diversi patteggiamenti e diversi rinvii a giudizio. Il sindaco ammesso parte civile


Redazione


Ha retto per tutti l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento e alla sfruttamento di operai in stato di bisogno: ne hanno risposto gli imputati condannati al termine del giudizio abbreviato e quelli che hanno scelto il patteggiamento, e ne risponderanno gli imputati rinviati a giudizio. E’ arrivata nella tarda serata di ieri, lunedì 23 novembre, la decisione del tribunale di Prato sull’inchiesta che la scorsa primavera è scaturita in undici ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettante persone accusate di aver sfruttato muratori e manovali, alcuni dei quali stranieri senza permesso di soggiorno.
Al termine di una lunga udienza preliminare, il giudice Francesca Scarlatti ha letto tre sentenze di condanna, ha accordato un patteggiamento e ha firmato sette rinvii a giudizio. Il quadro accusatorio messo insieme dal sostituto Lorenzo Gestri (sostituito nell’udienza di ieri dal collega Lorenzo Boscagli) è, dunque, stato recepito in ogni sua parte. I principali imputati sono andati incontro a destini diversi: Vincenzo Marchio, imprenditore calabrese di 45 anni, difeso dall’avvocato Olivia Nati, è stato rinviato a giudizio, mentre l’egiziano Said Mohamed, 41 anni, difeso dagli avvocati Antonino Denaro e Patrizio Fioravanti, è stato condannato con l’abbreviato a 3 anni di reclusione (il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi). Rinviato a giudizio anche il terzo imputato principale, Sabri Mohamed, 39 anni, fratello di Said, latitante. Per tutti e tre, oltre all’accusa di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento e alla sfruttamento della manodopera, anche quelle di favoreggiamento della permanenza in Italia di clandestini per trarne profitto e impiego della stessa manodopera. Erano loro gli imprenditori a capo delle due società – Eurocostruzioni 75 srl (Marchio) e Novaedil srl (fratelli Mohamed) – utilizzate per far lavorare nel tempo almeno una sessantina di operai, sfruttati e sottopagati. Per la prima volta, il rinvio a giudizio ha riguardato anche le società: una novità, questa, fino ad oggi mai realizzata.
Con il rito abbreviato sono stati giudicati e condannati anche due marocchini, Essadi Moulay Driss, 47 anni, e El Haoussi Hamid, 34: 2 anni e un mese al primo, 2 anni e due mesi all’altro (2 anni e 8 mesi le richieste del pm). Un patteggiamento: 2 anni e 3 mesi a Amine Chait, marocchino di 26 anni. Patteggiamento che si aggiunge a quelli già accordati nelle scorse settimane a Gamal Ahmed e a Elsafaty Mohamed, egiziani di 32 e 43 anni.
Accolta la richiesta di messa alla prova avanzata dai due consulenti del lavoro, padre e figlio, difesi dall’avvocato Massimo Taiti, finiti nell’inchiesta con l’accusa di aver fornito attestazioni false circa la partecipazione degli operai edili ai corsi di formazione obbligatori.
Il giudice ha anche ammesso la Fillea Cgil di Firenze come parte civile assieme ad alcuni operai. Fu proprio il sindacato, dopo aver ricevuto la denuncia di un operaio, a mettere in moto le indagini. Il sostituto Gestri affidò alla polizia il compito di fare verifiche e accertamenti. Due anni di lavoro: una trentina i cantieri nel mirino, decine gli operai filmati e fotografati, ore di intercettazioni telefoniche e, infine, l’impalcatura delle pesanti accuse.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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