Un agente della polizia penitenziaria è finito al pronto soccorso per le difficoltà respiratorie dovute all’aggressione di un detenuto che gli ha scaricato addosso il contenuto di un estintore. E’ l’ultimo fatto violento, in ordine di tempo, nel carcere della Dogaia. E’ successo ieri, martedì 6 maggio. A rendere nota la notizia è il sindacato Sappe che torna sulle sue proposte: espulsione dei detenuti stranieri e riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari, uso del taser e dotazione di bodycam. La notizia dell’aggressione arriva all’indomani della richiesta, avanzata da Fp Cgil polizia penitenziaria al provveditore regionale, di dichiarare lo stato di emergenza per la casa circondariale e disporre l’invio di dei reparti speciali (leggi).
Situazione ormai da tempo fuori controllo nel carcere pratese con le continue e, ad ora, inascoltate denunce dei sindacati.
“L’agente – comunica Sappe a proposito dell’ultima aggressione – ha riportato irritazioni e difficoltà respiratorie e sono state necessarie le cure del pronto soccorso. Un fatto che dimostra ancora una volta come le condizioni lavorative all’interno del carcere pratese siano diventate insostenibili. Il personale è costretto a turni massacranti, spesso doppi e addirittura tripli, senza possibilità di godere di riposi o ferie e tutto ciò per coprire una carenza di organico cronica”.
Il segretario toscano, Francesco Oliviero, e il segretario generale, Domenico Capece, parlano di polizia penitenziaria “fisicamente e psicologicamente provata”. “Non è più accettabile – dicono – che gli agenti siano lasciati soli a fronteggiare rischi crescenti, senza supporto e senza riconoscimento”.
Una lettera, l’ennesima, è stata inviata al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e al ministero della Giustizia: “Serve personale, servono garanzie, servono tutele”.
E più investimenti. Investimenti che vengono invocati praticamente ovunque e che, a leggere il rapporto diffuso in questi giorni dalla Corte dei Conti, sono necessari a cominciare dall’edilizia. L’esame di tutte le carceri italiane ha messo in evidenza forti criticità un po’ ovunque e sottolineato, riguardo alla Toscana, il sovraffollamento pesantissimo che patiscono alcune strutture. Prato, non è nell’elenco degli istituti messi peggio seppure nessuno brilla, sia chiaro.
Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, in visita al carcere di Sollicciano, ha annunciato per la struttura fiorentina lo stanziamento di 10 milioni per l’adeguamento strutturale. Unanime la voce – dalla politica alla magistratura, dall’avvocatura alle parti sociali – che quello di Firenze sia tra i peggiori istituti in Italia. Lo stesso Delmastro, ormai un anno fa, durante una tappa a Prato, annunciò l’arrivo di un direttore e di un comandante effettivo: per il primo sembra questione di giorni, per il secondo, invece, siamo ancora ad una figura designata a tempo determinato e ciò non consente di pianificare e radicare interventi.
Riproduzione vietata