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A meno di dieci mesi dal brutale pestaggio, compariranno il prossimo 15 dicembre in aula le tre persone accusate della spedizione punitiva nei confronti di Martina Mucci, cameriera di 29 anni, picchiata e sfregiata la notte del 21 febbraio nell'androne del palazzo in cui abita alla Pietà, mentre rincasava dal lavoro. Il sostituto procuratore Valentina Cosci ha infatti chiesto e ottenuto dal gup Francesca Scarlatti il rito immediato per l'ex fidanzato di Martina, il buttafuori 41enne Emiliano Laurini, e per i suoi complici Kevin Mingoia, 19 anni, e Mattia Schininà, 21 anni. I tre sono tuttora sottoposti alla misura cautelare e questo spiega la possibilità di ricorrere al rito immediato che, di fatto, accelera l'iter processuale saltando l'udienza preliminare.
Secondo l'accusa, Laurini avrebbe commissionato l'agguato nei confronti della ex con Schininà che si sarebbe adoperato per trovare i picchiatori: Mingoia, appunto, più un minorenne la cui posizione giudiziaria è seguita dal Tribunale dei minori che ha disposto la sua permanenza in una comunità. Indagati nell'ambito della stessa vicenda anche un marocchino e l'attuale fidanzata del buttafuori.
Polizia e procura, nel corso di un'indagine molto rapida, hanno ricostruito quanto avvenne quella notte: i due picchiatori aspettarono nel buio la donna e la sorpresero alle spalle mentre il portone del palazzo si stava chiudendo, impugnavano rasoi e con quelli si accanirono sui capelli mentre il volto fu fatto bersaglio di colpi ripetuti soprattutto al naso e alla bocca. Un pestaggio in cambio, pare, di 400 euro ciascuno. Sono quattro le ipotesi di reato contestate a vario titolo: rapina aggravata, lesioni con l'aggravante dell'indebolimento della capacità masticatoria, deformazione permanente del volto (per questo reato le pene vanno da 8 a 14 anni), porto di oggetti atti all'offesa.
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