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Calciante morto dopo le dimissioni dall’ospedale, annullata l’archiviazione dell’inchiesta


Colpo di scena nel procedimento giudiziario per la morte di Gaddo Giusti, avvenuta nell'agosto del 2022, 48 ore dopo essere uscito dal pronto soccorso dove era arrivato per un dolore al torace. Il tribunale ha accolto il ricorso della madre del ragazzo. Ora il gip è chiamato a un nuovo esame degli atti.


Eleonora Barbieri


Il Tribunale di Prato ha annullato il provvedimento di archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Gaddo Giusti, il 31enne calciante della Palla grossa deceduto il 6 agosto 2022, 48 ore dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Prato. Cinque i sanitari indagati per omicidio colposo.

Accogliendo il ricorso della madre del ragazzo, rappresentata dall’avvocato Gerardo Marliani, il giudice ha annullato il decreto del 26 aprile 2023 emesso dal gip e disposto la restituzione degli atti allo stesso gip per un nuovo esame. Al termine potrebbe disporre nuove indagini della procura o chiedere l’archiviazione delle indagini.

Alla base di questa decisione c’è la violazione  del “contraddittorio”. Risulta infatti, che l’atto di formale opposizione alla richiesta di archiviazione con la relazione redatta dai due consulenti di parte nominati dalla madre, non erano stati inspiegabilmente trasmessi al gip dai competenti uffici che lo avevano regolarmente ricevuto. Dunque in sostanza, il giudice per le indagini preliminari ha deciso solo sulla base della richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto Carolina Dini senza poter esaminare la documentazione presentata dalla famiglia del ragazzo. Ora è chiamato a una nuova valutazione sulla base di un quadro completo.

L’indagine ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati cinque sanitari: quattro medici e l’infermiere che si erano occupati di Giusti nelle ore trascorse al pronto soccorso, dall’ingresso per un dolore toracico fino alle dimissioni. Secondo gli accertamenti disposti dalla procura e affidati a due medici legali, ad un medico specializzato in emergenza-urgenza e ad uno specialista in cardiologia, pneumologia ed ematologia (nessuno dipendente della Asl Toscana centro) a provocare il decesso del giovane è stata una insufficienza cardiaca non collegata alla valutazione e alla gestione clinica .
I consulenti hanno escluso “la sussistenza di profili di colpa nella condotta dei sanitari” (difesi dagli avvocati Silvia Nesti, Manuele Ciappi e Nicolò Coppini). Nella ricostruzione del percorso clinico, i due consulenti hanno evidenziato che chi ha prestato assistenza al trentunenne lo ha fatto seguendo i dettami delle linee guida relative al dolore toracico, disponendo ed effettuando tutti gli esami e i controlli previsti. Di parere opposto la consulenza dei due specialisti nominati dalla famiglia di Gaddo. Per il medico legale Massimo Forgeschi, e il cardiologo ematologo Alfonso Lago il decesso del giovane non é affatto dovuto ad una fatalità. Gli accertamenti clinici strumentali che sarebbero stati omessi colposamente, sono ritenuti decisivi nella morte avvenuta 2 giorni dopo.
Gaddo Giusti fu dimesso dal pronto soccorso intorno alle 11 di giovedì 4 agosto dopo una permanenza di circa nove ore e dopo che tutti gli esami avevano dato esito negativo. Nel pomeriggio del 6 agosto, poco dopo le 14, il malore che non ha lasciato scampo. 

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