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‘Buone entrate’, il 18 luglio prevista la prima sentenza


Estorsione aggravata l'accusa a carico di due proprietari immobiliari per i quali il giudice ha respinto la richiesta di rito abbreviato condizionale e un agente che avrebbe fatto da ponte con gli aspiranti inquilini


Nadia Tarantino


Dovranno aspettare ancora qualche giorno per conoscere il loro destino giudiziario i due proprietari immobiliari – marito e moglie – accusati di estorsione aggravata in concorso per aver preteso e intascato, secondo la tesi della procura, una ingente somma a titolo di ‘buona entrata’ da un imprenditore cinese interessato a prendere in affitto un capannone nel Macrolotto di Iolo. Una ipotesi di reato pesantissima condivisa assieme ad un agente immobiliare. Ma mentre quest’ultimo, difeso dall’avvocato Giovanni Renna, ha ottenuto il via libera per il processo con rito abbreviato, i coniugi, assistiti dall’avvocato Manuele Ciappi, si sono visti respingere la richiesta di abbreviato condizionato, cioè del rito alternativo con la possibilità di introdurre nuove prove indicate dagli stessi. Il giudice delle udienze preliminari, Francesca Scarlatti, ha detto ‘no’ aggiornando tutto al 18 luglio; in quella udienza, i due imputati potranno reiterare la richiesta di abbreviato ma stavolta ‘secco’ oppure decidere di discutere l’eventuale rinvio a giudizio. L’inchiesta, coordinata dai sostituti Vincenzo Nitti e Alessia Iacopini, è nata in seguito alla denuncia di un imprenditore che, dopo lo sfratto per alcune mensilità di affitto arretrate, ha raccontato che il contratto di locazione era stato preceduto dal versamento di 400mila euro in cambio – sempre stando alla denuncia formalizzata dall’avvocato Tiziano Veltri – della sicurezza di poter aprire la propria azienda esattamente nel capannone sul quale aveva messo gli occhi evidentemente per la sua buona posizione in una zona per giunta particolarmente ambita dai pronto moda. Una pratica, almeno per quello che è emerso nel corso dell’incidente probatorio, che sarebbe stata seguita anche da altri cinesi che avrebbero confermato il pagamento di ingenti somme a nero. I proprietari immobiliari, che dopo essere finiti sul registro delle notizie di reato si presentarono all’Agenzia delle entrate per pagare due milioni di euro di tasse, respingono l’accusa di estorsione. Il loro ragionamento, in sintesi, è: nessun obbligo a pagare la somma extracontrattuale in un mercato libero che offre alternative. I pubblici ministeri non la pensano esattamente così. L’agente immobiliare è finito sul banco degli imputati per il suo presunto ruolo di anello di congiunzione tra proprietari e aspiranti inquilini.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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