Potrebbero diventare un tutt'uno le due inchieste sulle cosiddette buone entrate, il sistema di presunte estorsioni a imprenditori cinesi interessati a prendere in affitto un capannone nel Macrolotto 1. Oggi, giovedì 16 novembre, è stata rinviata l'udienza preliminare a carico di due proprietari immobiliari, marito e moglie (avvocato Manuele Ciappi), e di un agente immobiliare (avvocato Giovanni Renna), denunciati nel 2022 da un cinese (parte civile, avvocato Tiziano Veltri) che raccontò che per rientrare nel capannone dal quale il suo pronto moda era stato sfrattato per morosità, gli erano stati chiesti 400mila euro, per la precisione “altri 400mila euro a nero” dal momento che già aveva versato la stessa cifra in occasione del primo contratto di affitto. Un rinvio chiesto e ottenuto dai sostituti Vincenzo Nitti e Alessia Iacopini, finalizzato a condurre l'incidente probatorio sul secondo procedimento che riguarda una dozzina di presunte estorsioni tra il 2017 e il 2022 e che, nelle settimane scorse, ha portato ai domiciliari i due coniugi (ora liberi) e alla denuncia dello stesso agente immobiliare e di un suo collega. L'incidente probatorio (24 novembre e 22 dicembre) consisterà nell'interrogatorio dei quattro indagati e di 8-9 inquilini cinesi; se le dichiarazioni saranno ritenute utili, i pubblici ministeri potranno integrare il fascicolo della prima inchiesta e presentarsi il 9 maggio prossimo davanti al giudice delle udienze preliminari, Francesca Scarlatti, con elementi in più a sostegno della loro tesi che punta a dimostrare l'estorsione. La difesa dei coniugi, entrambi pratesi e a capo di una società immobiliare che comprende numerose proprietà nella zona tra Tavola e Iolo, ha anticipato al giudice di voler smontare le accuse con il rito abbreviato.
Nella seconda inchiesta, aperta con l'obiettivo di verificare se il racconto dei 400mila euro fatto dall'imprenditore cinese fosse un caso isolato o invece il tassello di un metodo sistematico, la guardia di finanza, incaricata dalla procura di indagare, ha portato a galla una dozzina di contratti di affitto che sarebbero stati preceduti dal versamento di 400mila euro. Un vorticoso giro di denaro in pochi anni, una cifra complessiva superiore a 5 milioni di euro secondo i calcoli degli investigatori. I coniugi, messi agli arresti domiciliari e scarcerati in seguito alle parziali ammissioni rilasciate in sede di interrogatorio di garanzia. In capo ai due anche l'accusa di dichiarazione infedele per avere omesso di indicare i redditi derivanti dalle somme incassate a titolo di 'buona entrata. Omissione a cui marito e moglie hanno risposto pareggiando subito i conti con il fisco e pagando oltre 2 milioni di tasse.
Un metodo, quello delle 'buone entrate', frutto di un cartello? Di sicuro c'è che più di una volta è capitato che qualche cinese si sia lasciato sfuggire lamentele sulla difficoltà a trovare un capannone vuoto e sui costi altissimi per occuparne finalmente uno. Secondo qualche imprenditore, nella comunità cinese circolerebbe, o sarebbe circolato, un listino prezzi: tra i 600 e gli 800mila euro per un contratto di affitto nel Macrolotto di Iolo, tra i 400 e i 500mila euro per il Macrolotto 1 e l'area di Tavola.
‘Buona entrata’ per affittare il capannone, i coniugi accusati di estorsione verso il rito abbreviato
L'udienza preliminare è stata rinviata a maggio in attesa dell'incidente probatorio riferibile ad un secondo procedimento che vede nuovamente indagati marito e moglie e due agenti immobiliari. Le inchieste potrebbero venire accorpate. Nella prima c'è la denuncia di un imprenditore, nella seconda le dichiarazioni di una dozzina di persone: "Centinaia di migliaia di euro a nero per diventare inquilini"
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