Ha risposto alle domande, ha ricostruito la sera trascorsa con l'amica, ha ammesso di essersi allontanato con lei ma ha respinto con forza l'accusa di averla massacrata di botte (leggi). E' comparso oggi, martedì 21 luglio, davanti al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Prato Francesco Pallini, il macedone di 26 anni agli arresti domiciliari da una settimana con l'accusa di lesioni aggravate. L'uomo, residente a Carmignano, assistito dall'avvocato Bianucci, si è difeso nel corso dell'interrogatorio di garanzia dicendo di non aver toccato l'amica diciannovenne finita all'ospedale la sera del 2 ottobre scorso con fratture e contusioni in varie parti del corpo. E' stata proprio la giovane, residente a Campi Bisenzio, a puntare il dito contro l'indagato. Secondo la sua ricostruzione, quella sera entrambi erano insieme ad altri amici per trascorrere qualche ora in un pub e ad un certo punto si allontanarono e con la macchina di lui raggiunsero la zona di Carmignano. Più tardi la ragazza chiamò gli amici per chiedere aiuto. Gli amici la ritrovarono per terra, sanguinante. Stando sempre al racconto della giovane, a scatenare l'aggressione sarebbe stato il rifiuto alla avances del macedone. Una versione che contrasta con la ricostruzione fatta dall'indagato.
Botte all’amica che lo respinge, l’indagato si difende: “Non l’ho picchiata”
L'uomo, un ventiseienne di Carmignano, è comparso davanti al giudice delle indagini preliminari al quale ha confermato di aver trascorso la serata con la giovane ma di non averla picchiata come invece racconta lei. I fatti risalgono a ottobre dello scorso anno. La vittima finì all'ospedale con fratture e contusioni
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