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Sono rinchiusi nel carcere romano di Regina Coeli i 4 giovani di origine sinti residenti nella capitale accusati con altri due individui, di essere gli autori del furto di un Tir carico di capi Louis Vuitton, poi trasformato in un'efferata rapina, commesso a Prato il 28 ottobre del 2016. Stamani, 18 maggio, la Squadra Mobile di Prato ha eseguito 4 delle 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere richieste dal sostituto procuratore di Prato Laura Canovai, ed emesse dal Gip Francesco Pallini. Un'operazione giudiziaria delicata che ha richiesto numerosi appostamenti e l'impiego dei colleghi della Mobile di Roma, del reparto Prevenzione Crimine e del reparto Mobile della capitale. Stamani è scattato il blitz che ha coinvolto ben 45 uomini. Uno degli arrestati è stato trovato nel campo nomadi di Zagarolo, gli altri in ville tra Valle Martella e Tivoli dove vivono con le loro famiglie. I loro nomi: Rambo Husovic, Ianst Seferivic, Elvis Halilovic e Toma Halilovic. Hanno dai 22 ai 36 anni. Sono tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio e uno di loro era anche ai domiciliari. Il nome della quinta persona non è stato fornito perchè ancora ricercato. E' stato specificato che nessuno di loro ha avuto basisti in città.
Le indagini sono partite da quanto lasciato in una delle due Fiat Bravo usate dalla banda e finita in un fosso dopo aver speronato una volante della polizia che aveva intercettato il camion appena rubato dal piazzale di Albini e Pitigliani dove era in attesa di scaricare ben 500mila euro di capi della nota griffe. Nella fretta di scappare tra i campi, uno dei malviventi ha lasciato a bordo il proprio cellulare da cui gli investigatori sono risaliti al suo profilo Facebook, utile anche a individuare gli altri componenti della banda, spesso insieme nelle foto pubblicate. Tra queste ce n'era una scattata all'Hotel Palace dove il gruppo ha dormito la sera precedente al colpo. Le intercettazioni telefoniche e i registri dell'albergo hanno confermato tutto. In più, nell'auto è stato trovato lo scontrino dell'Obi di Prato dove nel pomeriggio la banda aveva acquistato guanti e attrezzi vari. Le immagini della videosorveglianza interna hanno confermato che si trattava proprio di loro.
Dovranno rispondere di furto aggravato, rapina aggravata e anche riciclaggio (una delle due auto era rubata con il numero di telaio cancellato).
La preziosa merce proveniva da Perugia ed era destinata a Prato. Dalle indagini è emerso che la banda ne ha seguito il percorso pronta a intervenire non appena si fosse presentata l'occasione giusta. E' arrivata nel piazzale di Albini e Pitigliani in via Paronese, quando l'autista in attesa di scaricare, ha deciso di andare a mensa in azienda e ha parcheggiato il camion. Per i malviventi è stato un gioco da ragazzi disattivare il gps e l'allarme. Al custode dell'area però, non è sfuggito il movimento sospetto e ha chiamato la polizia che poco dopo ha intercettato e bloccato il carico in via di Gello.
E.B.
Edizioni locali: Prato