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Sì all’impegno per la sicurezza, ma non ad atti vessatori nei confronti dei singoli esercizi. All’indomani della decisione del sindaco di chiudere nelle ore notturne il Bar 2000 di via Ciabatti, da tempo al centro delle lamentele dei residenti, l’Unione Commercianti di Prato prende una netta posizione: “Non è con un provvedimento di sospensione o di riduzione dell’attività di un pubblico esercizio che si risolve un problema di sicurezza”.L’associazione, pur ritenendo che provvedimenti di questo tipo comportino un segnale deciso rivolto ai cittadini e alla loro legittima richiesta di sicurezza e legalità, esprime perplessità: “L’onda emotiva non può produrre effetti solo sui commercianti che spesso non hanno nessuna responsabilità nelle situazioni che si creano e nelle frequentazioni che si formano presso il loro locale, occorre avere una visione più generale dei problemi e andare a colpire alla radice”.L’Unione Commercianti mette in discussione soprattutto la logica che sta a monte di provvedimenti che in passato hanno riguardato anche bar del centro storico. Interventi potrebbero riguardare non le attività commerciali e i pubblici esercizi, ma più in generale quelle zone d’ombra che si creano con la chiusura al traffico di una strada o con scelte che spingono alla desertificazione commerciale: una via dove non passano macchine è un luogo che facilmente può diventare esclusiva di malintenzionati. “Provvedimenti come quelli a carico del bar 2000 – continua ancora l’Unione Commercianti -rispondono più alla necessità di calmare la giusta rabbia dei residenti verso fenomeni di degrado, piuttosto che alla necessità di intervenire definitivamente per sanare certe situazioni. Ci sentiamo di dire che in quella zona i fenomeni di delinquenza non diminuiranno, ma rimarranno gli stessi. Infatti, anche nella situazione di via Pier Cironi è stato molto più efficace il provvedimento di riapertura al traffico della strada piuttosto che quello della limitazione dell’orario ai pubblici esercizi”.