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Un avvocato pratese è stato messo in quarantena dopo aver assistito un cliente durante l'udienza di convalida in carcere. Il detenuto è poi risultato positivo al Covid. Lo comunica la Camera Penale di Prato che mette nel mirino le scarse misure di sicurezza adottate nell'occasione: "Decisiva è stata la circostanza – viene spiegato in una nota – che il difensore, nel carcere di Prato, sia stato seduto accanto al detenuto a meno di un metro per poter essere ripreso dalla telecamera del computer durante lo svolgimento a distanza dell’udienza".
A rendere ancora più sconcertante la cosa, sempre secondo l'organismo che riunisce i penalisti pratesi, il fatto che il detenuto fosse già risultato positivo in occasione di un tampone eseguito, prima della carcerazione, presso un Centro di Accoglienza per Migranti, senza che nessuno ne avesse informato il suo difensore al momento dell’udienza di convalida.
"È intollerabile che gli avvocati debbano essere pesantemente esposti al pericolo di contagio mentre assolvono alla loro funzione – prosegue la nota – e tanto più che ciò accada proprio al fine di consentire, con mezzi evidentemente inappropriati, la celebrazione dell’udienza a distanza, che comprime i diritti delle parti proprio per prevenire – evidentemente in modo inappropriato e non per tutti – il rischio di contagio".
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