Sulla testa di un quarantenne pratese pendeva da tre anni l’accusa più infamante per un padre, violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti dei figli.
Oggi, 11 ottobre, il tribunale di Prato, ha messo fine a questo incubo con la sentenza di assoluzione. L’accusa aveva chiesto la condanna a 8 anni di reclusione.
Il giudice Leonardo Chesi ha accolto le tesi della difesa, rappresentata dagli avvocati Mauro Cini e Alessandro Gattai. I fatti contestati si riferiscono al 2019. L’uomo, giudicato con rito abbreviato, era accusato di aver, in più occasioni, palpeggiato i figli e averli costretti a toccargli le parti intime e a guardare film pornografici.
Accuse che avevano fatto scattare la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai due figli e anche gli arresti domiciliari. Numerose sono le incongruenze sottolineate dalla difesa tra quanto dichiarato in sede di denuncia e quanto ripetuto durante l’incidente probatorio dai due bambini, su cui è stata disposta anche una consulenza tecnica psichiatrica dal giudice delle indagini preliminari Francesco Pallini per accertarne la capacità a testimoniare. Tra le incongruenze si evidenziano in particolare contraddizioni nella collocazione temporale e spaziale degli abusi e sul loro numero. Versioni dei fatti, tra l’altro, diverse tra fratello e sorella.
Un quadro ritenuto troppo debole e confuso anche dal giudice che ha assolto l’uomo da ogni accusa.
Assolto un quarantenne accusato di violenza sessuale sui figli
Oggi la decisione del Tribunale di Prato. L'accusa aveva chiesto una condanna a otto anni. I fatti risalgono al 2019
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(e.b.)
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