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I sindacati dei dirigenti medici, degli anestesisti e dei radiologi dell’Asl di Prato difendono l’operato dei sanitari nell’ambito dell’inchiesta su casi di assenteismo in ospedale, che al momento conta 102 indagati. L’indagine riguarda casi di personale che avrebbe fatto timbrare il proprio cartellino ad altri colleghi per momentanee assenze dal luogo di lavoro. I rappresentanti dei sindacati (Cimo, Anaao, Aaroi, Snr), tra cui il cardiologo Dante Mondanelli, che nelle prossime ore lascerà l’incarico per entrare nella giunta comunale, precisano che nell’inchiesta è coinvolto un solo medico dipendente dell’Asl e due convenzionati. Per Mondanelli, per la stragrande maggioranza degli indagati, guardando anche alle altre figure professionali coinvolte nell’inchiesta, le accuse si riveleranno una bolla di sapone, perché molti potranno chiarire la propria posizione. “Chi non potrà giustificarsi, è bene che vada a casa”, precisano comunque i sindacalisti, che difendono l’immagine dell’azienda e l’operato del personale della Asl. A questo proposito ricordano, ad esempio, che dopo la legge Brunetta c’è stata una differenza di appena il 3% sulle assenze per malattia, mentre in altri settori del pubblico impiego in Italia si è arrivati al 90%. I sindacalisti aggiungono che l’ospedale di Prato è fra i primi per produttivià sulla base delle analisi del Laboratorio di management sanitario, centro di riferimento regionale dell’assessorato alla sanità.
