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L’inchiesta sul presunto assenteismo all’ospedale di Prato si allarga. Oggi, giovedì 2 luglio, una quarantina di altri dipendenti dell’Asl sono stati raggiunti da avvisi di garanzia e di conclusione indagini. Si tratta di persone che hanno avuto un ruolo più marginale rispetto ai primi 27 indagati di cui 5 finiti agli arresti domiciliari, perché magari hanno fatto timbrare il proprio cartellino non più di un paio di volte e comunque il loro comportamento non è stato tale da richiedere misure cautelari. Adesso comunque, dovranno tutti essere sentiti dal gip. I contorni dell’inchiesta comunque vanno attenuandosi per molte delle persone coinvolte. Intanto c’è da dire che sono stati revocati gli arresti domiciliari per due dei cinque dipendenti, e in particolare per uno dei due portieri e per l’unico medico coinvolto nella vicenda. Poi c’è da notare che solo 7 dei 22 primi indagati sono stati colpiti da ordinanza di interdizione dal lavoro. Questa significa che sono ipotizzabili due tipologie di comportamento, ciascuna con conseguenze penali e disciplinari molto diverse: quella di chi ha fatto timbrare il cartellino ad altri assentandosi da lavoro e quindi truffando l’azienda e quella di chi lo ha fatto per riuscire a parcheggiare o levarsi il camice senza perdere minuti preziosi. Una prassi comunque colpevole, ma che non configura reati, bensì solo sanzioni disciplinari.
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