La scuola è ripartita da quattro giorni, ma ancora a ranghi ridotti: soltanto il 33% degli insegnanti di sostegno delle medie ha avuto l’assegnazione dell’incarico, ancora in attesa invece i docenti delle singole materie di secondarie di primo e secondo grado. Le assegnazione per via telematica procedono a rilento e si rischia di completare gli organici non prima della fine del mese. Una situazione che da settimane i precari denunciano, tanto che oggi 17 settembre hanno indetto un presidio davanti all’ufficio scolastico provinciale per chiedere la trasparenze delle graduatorie, la loro correzione e le convocazioni in presenza. “Il ministro – spiega Andrea Puggelli referente dei precari – ha voluto far iniziare la scuola, ma di fatto mancano tutti gli insegnanti e la situazione è destinata a peggiorare visto che le graduatorie non sono state corrette e quindi si rischia una valanga di ricorsi al Tar che probabilmente verranno vinti. E quindi si graverà anche sulle tasche dei cittadini.”
Nonostante la richiesta tramite il prefetto di creare un tavolo di lavoro dove correggere le storture, dall’ufficio scolastico non si è avuta nessuna risposta e le assegnazioni vanno a rilento proprio per il meccanismo complicato con cui avvengono. “Da 5 anni insegno al Cicognini Rodari – racconta Bianca D’Agostino – e con il vecchio sistema di assegnazione delle cattedre ho sempre garantito ai miei studenti la continuità didattica, anche a costo di accettare un incarico al 30 giugno piuttosto che uno al 31 agosto in un’altra scuola. Quest’anno non sono ancora rientrata in classe e i miei ragazzi di quinta mio aspettano e rischiano di farlo invano”.
Per Bianca, come per tanti altri suoi colleghi, il problema è la presenza in contemporanea in più classi d’insegnamento e alle medie e superiori, per cui tocca al sistema analizzare le preferenze di ciascun docente e poi assegnare le cattedre. Lo scorso anno, invece, con le convocazioni in presenza ogni professore rinunciava automaticamente alle altre opzioni, sveltendo così i procedimenti.
C’è anche chi, invece, nonostante abbia denunciato errori al ribasso nell’attribuzione dei punteggi, resta bloccato nella parte bassa della graduatoria: “Ho fatto tutti i calcoli – spiega Lorella Michelagnoli – e nonostante i 3 punti levati ad un master dovrei avere un punteggio di 75,5,. In realtà per le due classi di insegnamento per cui concorro ho 52,5 e 46 punti, quindi non ho diritto alla cattedre. Ma la cosa tragica è che l’ufficio si rifiuta di correggere la graduatoria”
Se il mondo dei precari piange quello degli insegnanti estrenalizzati, che ad esempio curano i laboratori di lingua per ragazzi stranieri, non ride: “Siamo inquadrati con contratti che fanno riferimento alle cooperative – spiega Marco Pappalardo – e con il Covid, nonostante i fondi fossero già stati stanziati, non abbiamo avuto tutela. Per questo abbiamo inviato una lettera all’assessore alla pubblica istruzione Santi per chiedere maggiori garanzie e quindi un’assunzione con un contratto nazionale, come avviene anche per gli altri docenti”.
Al presidio hanno partecipato anche i sindacati, che in questo momento hanno anche il compito di vigilare sulle procedure che portano al conferimento degli incarichi. “E’ un sistema improbabile- spiega Daniela Scarlata della Cisl – ma il baco è a monte di chi lo ha pensato. A metà percorso, inoltre, sono state modificate le norme per attribuire i punteggi e le disposizioni creando ancora più confusione. Di fatto si è voluto dire che la scuola ripartiva, ma non è così: all’istituto Marco polo, ad esempio, il personale è di 1/3 rispetto all’organico e quindi, anche l’orario va di pari passo”.
Ai problemi del sistema si aggiungono anche quelli di un organico sottostimato dell’ufficio provinciale scolastico: “E’ un lavoro complicato – spiega Filomena Del Santo della Cgil -abbiamo assegnato solo una parte del sostegno e per quello delle cattedre bisogna incrociare diversi dati, questo rallenta sicuramente le operazioni.”