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Ancora una rivolta all’interno della Dogaia: detenuti seminano il caos in due sezioni


Il carcere pratese è sempre più una polveriera. Oggi sono stati dati alle fiamme anche indumenti durante i disordini iniziati nell'orario con le celle aperte


Claudio Vannacci


Il carcere della Dogaia si conferma una polveriera pronta ad esplodere, come da tempo stanno denunciando i sindacati di categoria. Ormai le rivolte sono praticamente a cadenza quotidiana e spesso a farne le spese sono gli agenti della penitenziaria il cui numero – come denunciato appena pochi giorni fa dalla Fns Cisl – è gravemente insufficiente sia rispetto alla pianta organica sia alla situazione che da settimane si sta vivendo dentro il carcere, dove continuano ad essere trasferiti detenuti problematici da altre strutture.
L’ultimo grave episodio, che segue quelli dei giorni scorsi, è avvenuto oggi 12 aprile quando i detenuti di due sezioni di media sicurezza hanno inscenato una vera e propria rivolta durante orario con le celle aperte. Si tratterebbe in larga parte di persone di nazionalità marocchina, provenienti da altre carceri. Uno di questi si è ferito volontariamente con una lanetta mentre altri detenuti hanno iniziato a frantumare vetri e appiccare un incendio con un materasso ed alcune lenzuola. E’ stata attivata, pronta a intervenire, la squadra di emergenza e anche polizia e carabinieri hanno inviato pattuglie verso la Dogaia. Il caos ha riguardato due piani del penitenziario con molti detenuti che avevano il volto coperto. Ci sono volute almeno quattro ore alla polizia penitenziaria per riportare la calma ma ci sono timori per quello che potrebbe accadere durante la notte. Via la Montagnola, nella parte che costeggia la casa circondariale è stata chiusa al traffico.
“Il carcere pratese è al collasso – torna a denunciare la Uil -. Non abbiamo più modo di farlo presente. Pochi giorni fa abbiamo proclamato lo stato di agitazione ma come ci aspettavamo , ai vertici dell amministrazione penitenziaria non è interessato nulla. Abbiamo chiesto un loro intervento invece continuano ad assegnare detenuti problematici e pericolosi . Tutto insieme con il regime aperto stanno creando il caos quotidianamente. Chiediamo interventi urgenti. Le autorità locali della sicurezza si uniscano alla nostra voce. Siamo stanchi e sfiniti”.

Sulla rivolta in carcere interviene anche Giulio Riccio, vice Coordinatore Regionale FP CGIL Polizia Penitenziaria regione Toscana: “Dopo averlo fatto diventare il carcere ‘punitivo’ del distretto, dopo aver concentrato i soggetti di ogni circuito e posizione giuridica di difficile gestione allontanati per motivi di ordine e sicurezza da altre sedi, dopo aver depauperato quello che fino a pochi anni fa era ritenuto un modello dove tutti volevano lavorare e considerato sede ambita dai detenuti che volevano intraprendere un percorso di reinserimento sociale, soprattutto per l’eccellenza del polo universitario, il carcere di Prato è in stato di abbandono”.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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