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Una cessione dietro l’altra, spaccio a flusso continuo, giorno e notte, in centro come in periferia. Eroina e marijuana cedute a singole dosi da un esercito di spacciatori inserito in un sistema organizzato, controllato, pianificato. E proprio il sistema è stato colpito dall’inchiesta coordinata dai sostituti Laura Canovai e Massimo Petrocchi che hanno chiesto e ottenuto l’arresto di 13 pusher e misure di divieto di dimora e obbligo di firma per altri 6. Si tratta di giovani originari della Nigeria, del Gambia e del Ghana, approdati in Italia con il sogno di una vita migliore e finiti a guadagnarsi la giornata vendendo morte. Le misure sono state eseguite all’alba di oggi, mercoledì 7 ottobre, dalla polizia. In azione il Servizio centrale operativo della direzione anticrimine e la Squadra mobile: in tutto una settantina di agenti per cancellare uno dei canali dello spaccio di droga a Prato. Manovalanza al soldo di un’organizzazione che si affidava alla cessione di una dose per volta per evitare il carcere. Questa volta le cessioni singole sono entrate in un pacchetto più ampio e strutturato, dimostrato da telecamere nascoste, foto, pedinamenti, intercettazioni e soprattutto dagli acquisti fatti da agenti sotto copertura che fingendosi tossicodipendenti hanno inchiodato gli spacciatori. “Siamo riusciti a far emergere un sistema – ha spiegato Francesco Messina, direttore della Dca della polizia di Stato – siamo riusciti a ricondurre al comma 1 tanti episodi rubricati come comma 5, cioè lo spaccio di modiche quantità che non consente misure custodiali a carico dell’indagato”.
Il lavoro della Squadra mobile diretta da Alessandro Gallo è partito a settembre dello scorso anno da Prato e ha seguito i tragitti di pusher e clienti pendolari in movimento dalle e nelle province di Firenze e di Pistoia. Spaccio concentrato in particolare nella zona della stazione centrale e pericolosamente vicino al liceo Copernico. Le telecamere della Polizia scientifica hanno filmato le cessioni, i nascondigli delle dosi, i cenni di accordo degli spacciatori con i clienti, i fitti appuntamenti a qualsiasi ora.
Gli arrestati sono tutti nordafricani sotto i 30 anni, molti richiedenti asilo, diversi clandestini, alcuni già fermati in passato per lo spaccio di singole dosi e proprio per questo mai finiti in carcere. Nel corso delle perquisizioni contestuali agli arresti sono stati sequestrati una ventina di grammi di eroina e poco meno di 5mila euro in contanti.
“Riteniamo di aver individuato il sistema e di aver raccolto elementi che porteranno a sanzionare gli indagati – ha commentato il procuratore Giuseppe Nicolosi – certo non è possibile dire che lo spaccio da oggi non ci sarà più, ma qualcosa di importante è stato fatto seppure la lotta a questo fenomeno non può essere fatta solo per via giudiziaria”. Il riferimento è alla necessità di rivedere la legge che complica l'azione repressiva di magistratura e forze dell'ordine. Il direttore Messina, a questo proposito, ha parlato di "spada della giustizia non molto forgiata" e chi organizza lo spaccio lo sa bene e ne approfitta adeguandosi.
La strategia messa in atto a Prato, vale a dire la ricomposizione dello spaccio spezzatino, è la stessa che lo Sco ha usato per smontare altre piazze di spaccio: Genova, Vicenza, Venezia, Lucca, Firenze.
La strategia messa in atto a Prato, vale a dire la ricomposizione dello spaccio spezzatino, è la stessa che lo Sco ha usato per smontare altre piazze di spaccio: Genova, Vicenza, Venezia, Lucca, Firenze.
Il colpo assestato alla manovalanza è il primo gradino per risalire la filiera fino ai vertici dell’organizzazione e ‘seccare’ i canali di approvvigionamento che sarebbero stati individuati nel nord Italia.
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