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Nemmeno il tempo di gioire per vedere aprire le porte del carcere della Dogaia, che un 26enne albanese si è ritrovato su una macchina della polizia, con destinazione aeroporto di Bologna, dove sarebbe stato imbarcato sul volo delle 16.30 diretto a Tirana. Volo di solo andata, per almeno dieci anni, visto che questo è quanto stabilito dai giudici del tribunale di sorveglianza di Firenze.Il giovane albanese era stato infatti condannato a tre anni di reclusione per reati legati al traffico di droga, dopo essere stato arrestato esattamente un anno fa, il 27 luglio 2008, nell’ambito di un’operazione che aveva portato al recupero di due chili di eroina e 127 di hashish. Scontato il primo anno di carcere, i giudici di sorveglianza hanno deciso di concedergli la misura alternativa alla detenzione, individuata nell’espulsione immediata dall’Italia e nel divieto di farvi rientro nei prossimi dieci anni. Se in questo lasso di tempo l’albanese verrà trovato di nuovo a giro nel nostro paese, finirà direttamente in carcere per scontare i due anni residui di condanna. Un sistema questo non sempre di facile applicazione ma che ha almeno due vantaggi: l’allontanamento dall’Italia di persone pericolose e lo svuotamenti di carceri perennemente sovraffollate, con condizioni di vita spesso ai limiti del sopportabile.
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