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Al Santo Stefano la Terapia intensiva Covid è quasi piena: resta libero un solo posto


Sono 19 i pazienti ricoverati nel reparto. L'Asl potrebbe essere costretta presto ad ampliare la disponibilità attrezzando nuovi letti. E intanto la Cisl denuncia numerosi contagi tra il personale sanitario che rischiano di pesare sull'organico


Redazione


E' quasi al completo l'area Covid della Terapia intensiva dell'ospedale Santo Stefano. Tra ieri e oggi, 31 ottobre, si sono aggiunti altri tre pazienti che portano il totale a 19 posti letto occupati sui 20 riservati al Coronavirus. Significa che basta solo un altro malato per toccare il limite e costringere il responsabile del settore Guglielmo Consales, ad allargare l'area Covid. Può arrivare fino a un massimo di altri 20 posti per un totale di 40. Il margine di manovra c'è ma il dato di oggi è indicativo di una situazione allarmante che non può far dormire tranquillo nessuno.
Concede una tregua invece, la crescita dei ricoveri Covid ordinari che rallenta decisamente. Rispetto a ieri aumenta di un solo paziente e arriva a 83. Stabili quelli del reparto di Malattie infettive che erano e restano sei. Il totale complessivo dell'area Covid non intensiva è 89. Sono invece occupati 40 posti su un totale di 42 alla Melagrana, la struttura di Narnali utilizzata per ospitare i pazienti Covid meno gravi.
A complicare la situazione ci si mettono anche i contagi tra il personale sanitario. Non si tratta di focolai ospedalieri, ma di contatti avvenuti soprattutto in famiglia. Fatto questo che rende ancora più difficile la copertura dei turni. Lo denuncia la Funzione pubblica della Cisl attraverso il suo responsabile territoriale, Massimo Cataldo: "Mi risultano 12 infettati alle cure intermedie alla palazzina Ovest del vecchio ospedale, 6 in Dialisi, 5 nelle Medicine e altri sparsi in più reparti. Il personale risulta essere numericamente insufficiente per far fronte alle quotidiane esigenze che si presentano, gli operatori sono costretti ad un balletto che li vede spesso coinvolti in realtà lavorative diverse dalla propria, con cambi di reparto che rallentando di fatto il regolare svolgimento dei percorsi assistenziali, dalla direzione aziendale abbiamo ricevuto più volte garanzie e rassicurazioni riguardo all'accesso costante di nuovo personale ma, ad oggi, la lentezza burocratica pare avere la meglio sui reali fabbisogni; a niente pare servire anche l'attivazione di ore pagate in straordinario o in altra forma incentivante, il personale ormai stanco di passare ore dentro le tute di protezione vuole evitare l'esposizione prolungata al virus e vuole tutele vere per se e i propri affetti e questo si può avere solo ed esclusivamente immettendo, in tempi brevi, nei percorsi assistenziali ulteriori operatori, la necessità è adesso".
Per la Cisl tutto ciò è legato al fatto di non aver lavorato bene "in tempo di pace": "Tra un picco e l'altro, non abbiano raggiunto una adeguatezza tale da approntare piani che, in base alla previsione, fossero in grado di prevenire le criticità assistenziali che si stanno verificando, anzi generando in alcuni casi situazioni caotiche mal gestibili. Abbiamo già segnalato la cosa alla direzione aziendale, ora aspettiamo delle risposte adeguate per la situazione che stiamo vivendo".

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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