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Aggressione notturna al picchetto dei Sudd Cobas. Picchiato anche il leader Toscano: “Assalto squadrista”


E' successo davanti ad un'azienda di Seano tra quelle dove è in atto la protesta del sindacato. Prima dell'alba corteo degli operai nelle vie del centro: "Prato si deve svegliare". Domenica la 'Manifestazione antimafia'


Nadia Tarantino


“Assalto squadrista al picchetto di Seano”: così Luca Toscano, il coordinatore di Sudd Cobas, il sindacato che da giorni è in sciopero davanti a cinque aziende cinesi per chiedere condizioni di lavoro regolari per gli operai pachistani, riassume l’aggressione della scorsa notte in via Galilei, davanti ad una pelletteria. Il bilancio è pesante: due lavoratori e due sindacalisti feriti, tutti picchiati con spranghe di ferro e tutti finiti al pronto soccorso. Tra le vittime che hanno avuto bisogno delle cure mediche anche lo stesso Luca Toscano. “Mentre si dileguavano – racconta – hanno urlato che la prossima volta ci spareranno”. Non è la prima aggressione ai danni dei Sudd Cobas: “Stavolta gli aggressori erano italiani, persone assoldate da un sistema mafioso che controlla il distretto e cerca di mettere a tacere i lavoratori e il sindacato che li organizza”. Accuse forti che la sigla sindacale ripete da anni ormai. La procura ha aperto un’inchiesta nella quale si ipotizzano i reati di lesioni gravi e minacce gravi.
La reazione ai colpi di spranga è stata forte: mentre i feriti arrivavano al Santo Stefano, lavoratori pachistani delle ditte cinesi di Seano e di altre zone comunicavano l’inizio immediato di uno sciopero e organizzavano un corteo notturno per le vie del centro di Prato: “Prato libera, basta mafia” le parole urlate a squarciagola dalla ventina di operai con tanto di bandiere che, in piena notte, hanno percorso le vie della città. Un corteo rumoroso che ha svegliato intere strade: “Prato si deve svegliare – scrive Sudd Cobas sui social – a essere aggrediti sono gli operai, sono gli invisibili che lavorano 12 ore al giorno nei capannoni. Svegliamo la questura, la prefettura, il Comune: Prato la svegliamo noi. Basta aggressioni mafiose contro chi sciopera”. La sollecitazione, l’ennesima, ha prodotto finalmente qualche piccolo risultato. Dichiarazioni sono arrivate dalla sindaca, Ilaria Bugetti: “E’ inaccettabile che chi manifesta per i propri diritti sia intimidito e aggredito. Si risolvano le controversie lavorative nelle sedi deputate. Chiedo alle autorità competenti di intervenire per riportare al piano del confronto civile la vertenza sindacale e di effettuare i controlli necessari per verificare quanto denunciato dai manifestanti. Non c’è spazio e tolleranza per chi non rispetta le regole”. A livello regionale si è mosso Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per il lavoro, che ha scritto al prefetto di Prato per affermare la necessità di “tutela dei lavoratori che esercitano il diritto costituzionale di sciopero” oltre alla richiesta di “tenere alta l’attenzione sul distretto”.
Il picchetto a Seano, dove alle 15.30 è prevista la visita del sindaco di Carmignano, Edoardo Prestanti, rientra nell’iniziativa ‘Strike day’, uno sciopero in serie e ad oltranza che i lavoratori di cinque aziende del settore tessile, pelletteria e logistica, con sede tra Prato e Seano, hanno avviato contemporaneamente domenica 6 ottobre per chiedere contratti di lavoro e rispetto delle regole che, tradotto, significa turni di 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana. “Lavoratori – ancora Toscano – che lottano per il diritto di lavorare con dignità 40 ore a settimana invece di 12 ore al giorno 7 giorni su 7”.
Picchetti giorno e notte: davanti alle fabbriche si mangia e si dorme come il modello di protesta di Sudd Cobas ha sempre previsto. Operai accampati davanti ai cancelli in attesa che i loro diritti vengano riconosciuti, sottoscritti e firmati. Picchetti che diventano punti di aggregazione, di solidarietà, di amicizia. A esprimere vicinanza è, per esempio, il Collettivo di fabbrica Gkn arrivato subito in via Galilei a Seano per dire che attacchi squadristi hanno un sapore antico e che serve alzare la voce. La solidarietà è anche un piatto di pasta caldo come quelli preparati dalla parrocchia di San Giusto, a Prato, e portati al picchetto da don Helmut: “Questo è per voi amici”, le sue parole rivolte ai lavoratori stremati dal presidio h24, dal freddo della notte e, qualcuno di loro, dalle sprangate.
“Le istituzioni – ancora Toscano – sono rimaste immobili negli anni, immolando sull’altare del profitto la vita di migliaia di operai e la libertà sindacale. Il picchetto a Seano continua. E’ la sfida che lanciamo a chi pensa di chiudere uno sciopero con la violenza e l’intimidazione mafiosa. Ci attaccano perché gli scioperi vincono e trasformano pezzo dopo pezzo questo distretto, come dimostra lo Strike day. La mobilitazione nei prossimi giorni si farà più forte”.
Non molla Sudd Cobas, non arretra, non abbassa la testa. “Se esistesse una statistica per le aggressioni a lavoratori in sciopero, Prato sarebbe in cima alla lista – ancora il sindacato – la statistica non esiste perché aggressioni del genere sono più uniche che rare in Italia benché a Prato questa sia la normalità”. Voce sempre più alta, denuncia sempre più forte: domenica 13 ottobre, alle 17.30, in via Galilei a Seano, l’appuntamento è con la ‘Manifestazione antimafia’. Sudd Cobas rivolge un appello al territorio, ai comitati, alla società civile, al mondo dell’associazionismo per “reagire uniti all’aggressione squadrista. Rompiamo il silenzio, mettiamo la solidarietà contro l’omertà, accendiamo i riflettori sulle zone d’ombra”. La risposta sarà il misuratore dell’indignazione.
(nadia tarantino)

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