Ha aggredito un agente prima mettendogli le mani al collo e poi sbattendolo al muro. L’aggressore è un detenuto del reparto di Media sicurezza del carcere di Prato. E’ l’ultimo episodio di una lunghissima serie di violenze alla Dogaia dove l’ultimo disordine si è concluso con un bilancio di due agenti – quello che ha subìto l’aggressione e un collega intervenuto in sua difesa – finiti al pronto soccorso con lesioni giudicate guaribili, per ciascuno, in sette giorni. I due feriti si aggiungono ai due colleghi che un paio di giorni fa sono rimasti vittime di un’altra aggressione che si è conclusa con le cure del sanitari per i colpi ricevuti.
“Questi episodi si stanno moltiplicando una con una frequenza allarmante – il commento di Donato Nolè e di Giulio Riccio, rispettivamente coordinatore nazionale e coordinatore regionale Fp Cgil Polizia penitenziaria – come possono i vertici continuare ad ignorare questa emergenza”?
L’ultima aggressione in ordine di tempo risale a ieri, martedì primo aprile. Il detenuto, completamente fuori controllo, si è scagliato contro uno degli agenti prendendolo per il collo, spingendolo con violenza contro il muro e cercando di colpirlo alla testa. A evitare il peggio è stato l’arrivo di altri agenti con uno che, nel tentativo di bloccare e staccare l’aggressore, è rimasto ferito. “Non possiamo più tollerare – la voce dei sindacalisti – che gli agenti di polizia penitenziaria siano lasciati soli a fronteggiare questa violenza sistematica. Servono provvedimenti urgenti per garantire la sicurezza del personale e ristabilire l’ordine nel carcere di Prato come nelle altre carceri italiane. La Dogaia è al collasso, è una struttura abbandonata a se stessa, senza controllo e senza direttive adeguate per far fronte alle criticità. I lavoratori sono in continuo pericoloso e ora servono i fatti”.
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