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Accusato di furto fu licenziato: dopo 15 anni la Cassazione dice che il procedimento era corretto


Ci sono voluti tre lustri per mettere la parola fine al giudizio legato alla causa di lavoro intentata da un ex dipendente di Essegiemme che 2007 perse il posto dopo essere stato coinvolto in un'indagine


Redazione


Il licenziamento fu legittimo. E' quanto ha stabilito la Cassazione che ha respinto il ricorso presentato da un ex dipendente di Essegiemme, l'azienda nata in seno alla vecchia Asm per gestire i parcheggi pubblici a Prato, che nel 2007 si ritrovò senza lavoro e con l'accusa di essersi appropriato di denaro proveniente dalle casse del parcheggio del Serraglio. Da quel giorno l'ex lavoratore è stato impegnato su due fronti diversi: da una parte la causa di lavoro che, appunto, si è conclusa con il definitivo giudizio di legittimità del licenziamento, dall'altra il processo penale per peculato nella sua qualità – all'epoca dei fatti – di incaricato di pubblico servizio. Il primo grado, davanti al tribunale di Prato, si era chiuso con la condanna, ma la sentenza era stata ribaltata dai giudici dell'Appello e nel 2019 è divenuta irrevocabile. E proprio sulla base dell'assoluzione, l'ex dipendente di Essegiemme aveva chiesto che venisse rivisto il giudizio sul licenziamento: una richiesta arrivata fino alla Corte di Cassazione ma senza successo.
Nell'arco di questi 15 anni, di cose ne sono cambiate un bel po': la battaglia legale intrapresa con Essegiemme è arrivata al traguardo con Consiag Servizi che nel frattempo ha incamerato l'attività di gestione dei parcheggi pubblici.
L'ex dipendente fu accusato di esseri impossessato non soltanto di somme provenienti dall'utilizzo dei posti auto del Serraglio ma anche dalla cassa della biglietteria ferroviaria di Porta al Serraglio che Essegiemme gestiva tramite un contratto di subappalto stipulato con la Cap. In particolare, all'ex dipendente veniva mossa l'accusa di essersi messo in tasca 473 euro prelevati dalla cassa dei biglietti del treno e di una somma più modesta derivata dalla mancata contabilizzazione degli incassi del parcheggio.
L'ex dipendente aveva fondato la sua difesa contestando la veridicità delle dichiarazioni rilasciate da uno dei suoi colleghi: una tesi respinta in primo grado e accolta in secondo. Un presupposto che ha convinto l'uomo della possibilità di arrivare ad un giudizio di illegittimo licenziamento. La Cassazione ha chiarito che “non c'è stato un riconoscimento della falsità della testimonianza ma solo una valutazione del giudice penale che ha ritenuto tali dichiarazioni insufficienti a reggere una sentenza di condanna”, oltre al fatto che – sempre la Corte d'Appello – si era soffermata sul “ cattivo funzionamento di un sistema aziendale non in grado di controllare i gettoni in entrata e in uscita dal parcheggio del Comune cui il dipendente era addetto, né di identificare gli autori di operazioni anomale come quelle contestate”.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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