Non ci fu violenza privata e l'estorsione altro non fu che l'esercizio autonomo di un diritto. Così ha deciso il tribunale di Prato che ieri, giovedì 29 novembre, dopo nove anni ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il notaio Placido Di Bella. Il professionista, difeso dall'avvocato Alberto Cavaciocchi, finì nei guai nel 2009 dopo la denuncia dell'ex amante che lo accusava di averla costretta a firmare una scrittura privata relativa alla restituzione di una somma di denaro minacciandola, se ciò non fosse avvenuto, di far arrivare a sua figlia foto che la ritraevano in atteggiamenti osé. Il giudice Silvia Mancini ha assolto il notaio dall'accusa di violenza privata e ha riqualificato il capo di imputazione di estorsione e tentata estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni dichiarandolo improcedibile per difetto di querela.
Un “travaglio” giudiziario lunghissimo a cui Di Bella, rinunciando alla prescrizione, non si è sottratto. Quando arrivò all'udienza preliminare, si trovò con cinque capi di imputazione e tra questi l'usura, ma rimasero in piedi solo la violenza privata e l'estorsione, entrambe sia consumate che tentate.
I fatti oggetto di dibattimento risalgono al 2004. Fu allora, secondo quanto raccontò agli inquirenti la donna, che il notaio la ricattò minacciando l'invio di foto piccanti alla figlia se non avesse messo la firma su una scrittura privata per la restituzione di 120mila euro a fronte di prestiti più onerosi fatti nel tempo. La denuncia, però, arrivò solo nel 2006 (ma il notaio ne venne a conoscenza nel 2009) e, secondo quanto emerso nel corso del processo, la ex anche successivamente avrebbe continuato a inviare al notaio foto e messaggi confidenziali. Un punto, questo, su cui la difesa ha insistito molto per smontare la credibilità delle accuse.
Al termine della requisitoria, il pubblico ministero Laura Canovai ha chiesto l'assoluzione dal reato di violenza privata ed estorsione e la condanna per la tentata estorsione. Il giudice ha recepito solo in parte le richieste ritenendo giusto riqualificare l'estorsione in un reato minore perseguibile a querela di parte e, in questo caso, la denuncia arrivò in ritardo. In attesa delle motivazioni, sembra chiaro che il tribunale abbia rilevato che il notaio aveva diritto ad ottenere i soldi ma quel diritto avrebbe dovuto esercitarlo attraverso l'azione giudiziaria.
Accusato dalla ex amante rinuncia alla prescrizione per dimostrare la sua innocenza: assolto
Si è chiusa positivamente l'odissea giudiziaria per il notaio Di Bella che nel 2006 era stato denunciato dalla donna. Nel frattempo il reato si era prescritto ma il professionista ha voluto ugualmente essere processato
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