Si è svegliato all’alba per poter raggiungere l’ospedale in tempo per effettuare la donazione di sangue. Prima il treno da Vernio a Prato, poi – nonostante il freddo – con il suo monopattino per compiere il tragitto tra la stazione e il Santo Stefano. Ma qui, ecco la brutta sorpresa: “Ho ripiegato il monopattino – racconta Marco Franchi – e mi sono avviato verso la sala Avis portandolo con me, non fidandomi a lasciarlo incustodito. Ma ecco che ben due vigilantes mi hanno raggiunto dicendomi che non potevo tenerlo con me”.
E’ successo questa mattina, 25 novembre. “Ho spiegato il motivo per cui ero lì in ospedale – prosegue Franchi – e ho anche chiesto se avessi potuto lasciare il monopattino nella loro stanza, ma non c’è stato verso. Anzi, mi hanno detto che la prossima volta sarei dovuto venire in auto. E io che pensavo di aver fatto un bel gesto, evitando di intasare la sr325 e utilizzando mezzi economici”.
A niente è servito nemmeno far venire un responsabile del servizio donazioni, che ha confermato il divieto assoluto di portare con sé il mezzo, nonostante l’ingombro contenuto. “A questo punto – dice ancora Franchi – mi è venuta voglia di andare via, anche se non avendo fatto la donazione non avrei più potuto far valere il permesso lavorativo. Poi, però, ho ripensato che non era giusto far mancare il mio contributo a chi ha bisogno di sangue per un assurdo problema burocratico. Per fortuna il ragazzo dell’Avis mi è venuto incontro: si è offerto di tenere in custodia il monopattino nella sua auto. E così ho potuto donare”.
Vietato portare con sé il monopattino anche se ripiegato, disavventura in ospedale per un donatore di sangue
E' successo stamani al Santo Stefano: "Avrei dovuto lasciarlo incustodito fuori. Invece di agevolare chi fa una buona azione, mettono i bastoni tra le ruote"
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