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Un’esposizione nel Salone della Pubblica Assistenza per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne


"L’Abito del sogno infranto. Quando un’idea diventa un simbolo”. Visitabile fino al 30 novembre prossimo, poi raggiungerà altre città italiane


Alessandra Agrati
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In concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, indetta per il 25 novembre, si tiene a Prato un’esposizione esclusiva dell’Associazione Nazionale Antiviolenza “Senza Veli Sulla Lingua” in collaborazione con “Freedom Power Impresa Sociale”, in collaborazione con Pubblica Assistenza “L’Avvenire” Prato, col Patrocinio di Comune e Provincia di Prato. Questo il titolo dell’esposizione: “L’Abito del sogno infranto”. Quando un’idea diventa un simbolo”, tenuta nella sede centrale della Pubblica Assistenza “L’Avvenire” Prato, in via San Jacopo n°34. L’esposizione dell’Abito si protrarrà fino al 30 novembre prossimo e sarà presente in varie città italiane. 

“Il filo conduttore –  spiega  il presidente della Pubblica Assistenza Piero Benedetti – è il colore bianco che, all’occhio attento dell’ osservatore all’improvviso, inizia a macchiarsi intaccando la purezza dell’amore fino a divenire rosso, culmine della sofferenza. Il giorno contro la violenza sulle donne è tutti i giorni e l’abuso contro di esse un crimine che va punito perché le priva del diritto all’uguaglianza, sminuisce la loro dignità umana e limita le opportunità per le libertà fondamentali. L’ Abito è dedicato alle vittime di femminicidio, e monito affinché l’opinione pubblica su tale drammatico fenomeno che nel nostro paese registra dati ancora allarmanti, non abbassi più lo sguardo”.

Sabato 23 novembre la “Camminata in Rosso – 2nda Edizione”, con partenza alle ore 10,30 davanti alla Questura di Prato, in via Migliore di Cino n°11. Un appuntamento aperto a tutti: donne, uomini e bambini, con la richiesta di indossare qualcosa di rosso. La camminata è in simultanea con altre camminate in rosso in Italia di Senza Veli Sulla Lingua. Sempre nella giornata di Sabato 23 novembre, alle ore 17,30, nella Sala del Gonfalone della Provincia di Prato, in via Ricasoli, si terrà il convegno “Da Istituzione a Istituzione”, Gli Aiuti Operativi, Medici e Associazionistici alle donne in stato di fragilità. Un appuntamento introdotto dai saluti istituzionali del Presidente della Provincia di Prato, Simone Calamai, del Presidente della Pubblica Assistenza “L’Avvenire” Prato, Piero Benedetti e Anna Rita Santoro, Presidente III Circoscrizione Lions International. A moderare sarà Patrizia Scotto di Santolo, Vicepresidente Associazione Senza Veli sulla Lingua. Tre i momenti di approfondimento previsti. Aprirà Andrea Belelli, Vice Questore aggiunto e dirigente della Squadra Mobile della Questura di Prato sul tema “Gli interventi a tutela delle fasce deboli, azioni di contrasto alla violenza di genere”. Seguirà Monica Pieraccioli, Dirigente Medico presso il DEA dell’Ospedale di Prato, Coordinatrice Medici PS Azienda USL Toscana Centro Gruppo Regionale Codice Rosa sul tema: “Accoglienza del codice rosa in P.S.: le vie di accesso, le modalità, l’assistenza”. Concluderà Elisabetta Cioni, Officer distrettuale Lions e Vicepresidente Vicaria Pubblica Assistenza “L’Avvenire” Prato sul tema: “L’esperienza della partecipazione femminile all’interno degli enti e delle realtà associazionistiche cittadine. 
“La violenza contro le donne –  spiega Elisabetta Cioni, vicepresidente della Pubblica Assistenza –  è un fenomeno complesso che va affrontato non più solo come un’emergenza, ma con interventi globali e strutturali di lunga durata e di più ampio respiro, che vedano un necessario coordinamento tra le varie politiche per dare risposte efficaci e per mettere al centro i diritti umani delle vittime. Occorre un salto di qualità che porti a una condivisione tra i vari attori coinvolti al fine di creare un a cultura comune nella lotta contro la violenza sulle donne”. 
Da non sottovalutare è l’aspetto economico. “La violenza contro le donne – conclude Patrizia Scotto di Santolo – genera anche costi economici non solo nel caso estremo di femminicidio, ma anche nei casi di violenza perpetrata e reiterata nel lungo periodo. Pertanto l’uscita dalla violenza passa anche attraverso l’indipendenza economica delle donne e il recupero della loro autonomia sotto il profilo occupazionale, economico e sociale”

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