Viva Vittoria arriva a Prato per la prima volta. Il progetto, nato come opera relazionale condivisa, verrà realizzato il 22 marzo 2026 in piazza Duomo. Si tratta di un’installazione dalle grandi dimensioni che ricoprirà tutto il perimetro della piazza, composta assemblando insieme quadrati realizzarti a maglia o uncinetto da parte di tutti coloro che vorranno contribuire. Ad unirli, oltre al simbolico filo rosso donato dall’associazione, anche un importante scopo benefico. Le coperte verranno vendute ed il ricavato andrà a sostenere il centro antiviolenza La Nara di Prato. L’associazione nata a Brescia dieci anni fa, ha già toccato 44 città italiane, e ha come scopo quello di sensibilizzare contro la violenza sulle donne. Il progetto è stato presentato questa mattina, 19 maggio, all’interno del salone consiliare del Comune di Prato ed è il frutto della collaborazione tra Moica Prato Odv, Circolo culturale Anna Fondi Auser Prato Aps e Viva Vittoria, ideatrice dell’iniziativa. Lo spazio che ospiterà le tantissime volontarie che si metteranno a disposizione per la realizzazione delle coperte e l’assemblaggio sarà l’ex Libreria cattolica. L’opera, come accennato, sarà composta da quadrati di dimensione 50x50cm realizzata da chiunque voglia mettersi a disposizione. Per partecipare e ricevere informazioni è possibile contattare Daniela 3397420717, Laura 3384173563 , Assunta 3298766136 o mandare una mail a [email protected]. La consegna dei manufatti dovrà avvenire allo Spazio Viva Vittoria entro il 20 febbraio 2026.
All’incontro hanno partecipato la sindaca Ilaria Bugetti, l’assessora alle Pari opportunità Maria Logli, l’onorevole Erica Mazzetti della Camera dei Deputati, la presidente dell’associazione Viva Vittoria Cristiana Begni, la consigliera della Provincia di Prato Rita Biagi, la presidente dell’associazione Moica Prato Daniela Sgrilli, la presidente del Circolo Culturale Anna Fondi Auser Prato Assunta D’Angelo e la responsabile del Centro Antiviolenza La Nara Francesca Ranaldi. “È con grande orgoglio e profonda gratitudine che accogliamo questo progetto sul nostro territorio – afferma la sindaca Bugetti –. Quando si riesce a far nascere iniziative come questa significa che c’è una rete viva e partecipe di associazioni che crede fermamente nell’importanza di combattere la violenza di genere. Un progetto del genere favorisce il dialogo, intrecciano relazioni e fanno crescere una consapevolezza collettiva su un tema estremamente cruciale. Vogliamo costruire una città in cui nessuna donna debba sentirsi sola. E questo percorso deve partire dalle scuole, dove i nostri bambini devono crescere imparando che il rispetto è alla base di ogni relazione”.
A moderare gli interventi è stata l’assessora alle Pari Opportunità Maria Logli: “Come Comune di Prato siamo felici e orgogliosi che l’iniziativa di Viva Vittoria arrivi per la prima volta nella nostra città – sostiene l’assessora Logli –. È un’occasione preziosa per intessere relazioni e lavorare con la manualità, riflettendo su un tema tanto cruciale quanto fondamentale come il contrasto alla violenza di genere. Ringraziamo la Diocesi di Prato per aver messo a disposizione la Libreria Cattolica come spazio di condivisione e lavoro: qui ognuno potrà contribuire alla realizzazione dei quadrati di maglia che il 22 marzo 2026 ricopriranno simbolicamente piazza del Duomo. Sarà un gesto collettivo forte, che porterà nel cuore della città un messaggio chiaro: il contrasto alla violenza di genere è una priorità che ci riguarda tutti.”
A margine dell’iniziativa, l’assessora Logli ha voluto ribadire la massima vicinanza dell’Amministrazione comunale alla famiglia di Elisa Amato, uccisa nel 2018 dall’ex fidanzato Federico Zini, a cui il TAR della Toscana ha riconosciuto la legittimità di una fondazione in sua memoria. “Non entriamo nel merito delle motivazioni addotte dai giudici amministrativi, ma chiediamo chiarezza ai promotori della fondazione sugli obiettivi che si prefiggono, perché contro la violenza di genere non ci può essere ambiguità, non può esserci confusione tra vittima e carnefice, e deve essere evitato ogni tentativo di riscrivere la storia. Non possiamo incorrere nel rischio di agevolare atti di vittimizzazione secondaria”
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