Un pratese ogni 183 maggiorenni è titolare di testamento biologico o Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) che dir si voglia. Ad oggi, in tutta la provincia, sono 1.201 le dat depositate, 999 delle quali già inviate alla banca dati nazionale. Lo dice l’indagine dell’Osservatorio Dat dell’associazione Luca Coscioni che ha passato in rassegna tutta la Penisola per verificare il grado di adesione alla legge entrata in vigore nel 2017 per consentire ad ogni persona di lasciare indicazioni circa la volontà o meno di accettare, in caso di malattia che rende impossibile l’autodeterminazione, trattamenti terapeutici, accertamenti diagnostici, interventi sanitari. Su 217.307 residenti nella provincia di Prato, sono 1.201 quelli che hanno già provveduto a lasciare scritta la propria volontà, 33 dei quali lo hanno fatto nel 2023. In Toscana, su una popolazione maggiorenne di 3 milioni 26.246 persone, 17.384 hanno compilato il testamento biologico: fatti due conti, il rapporto è di 1 a 174, appena migliore di quello pratese e molto di quello italiano dove si registra una Dat ogni 191 residenti maggiorenni (poco meno di 44 milioni 150mila), per un totale di 230.940 documentazioni. Un numero che certamente è più consistente perché sono tanti coloro che hanno depositato pratiche presso notai, strutture sanitarie e uffici consolari. L’associazione Luca Coscioni parla di quasi un 10 per cento di testamenti biologici che ancora non è stato inserito nella banca dati nazionale. Un ritardo che deve essere colmato per garantire un aggiornamento vero dei dati a disposizione con un conseguente pieno rispetto della volontà del firmatario. Marco Cappato, segretario nazionale e tesoriere dell’associazione, ha sottolineato il “positivo aumento delle Dat che ha raggiunto il 52 per cento rispetto al 2022”. Di pari passo sono aumentate anche le richieste di informazioni sul fine vita: nel 2023 ne sono arrivate 15.559 da tutta Italia con una media di 43 al giorno, in aumento del 28 per cento rispetto all’anno precedente. Le richieste riguardano sia l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito che l’interruzione delle terapie e la sedazione palliativa profonda. Concludendo con la classifica, l’Abruzzo è la regione con il più alto numero di testamenti biologici (uno ogni 134 maggiorenni residente), seguita da Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. (nt)
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