Prosegue lo sciopero e prosegue l’assemblea permanente dei lavoratori di Iron& Logistics, azienda che ha spostato la sua sede da Prato a Montale dopo il primo presidio di Sudd Cobas, il sindacato che difende i diritti dei lavoratori e che proprio in questi giorni è tornato all’attacco per chiedere all’azienda di corrispondere tutto l’arretrato ai quindici dipendenti che hanno già trascorso cinque notti consecutive davanti ai cancelli. “Siamo in assemblea permanente da una settimana – ha spiegato Francesca Ciuffi di Sudd Cobas nel corso della conferenza stampa convocata oggi, sabato 9 novembre, davanti alla fabbrica – i lavoratori sono qua per difendere il loro diritto ad avere la retribuzione, a ricevere i soldi che l’azienda non gli ha ancora dato, dopo che gli stessi lavoratori hanno vinto la vertenza in tribunale. La fabbrica è stata svuotata nell’ultimo mese e noi siamo qua contro la smobilitazione”. Il sindacato ha prodotto un documento aziendale che rivela come la proprietà, la scorsa estate, “in sede di assemblea dei soci, abbia deciso di destinare 600mila euro di utili ad altre riserve”. “Questa cifra – spiega Sudd Cobas – dove è finita? I lavoratori devono riscuotere arretrati e assegni familiari ed è chiaro che c’è bisogno di quella riserva per far fronte ai debiti maturati verso i dipendenti”. Continuano i presidi di Sudd Cobas al fianco dei lavoratori non regolarizzati nelle varie aziende del distretto: “Siamo in una piana, quella che comprende Firenze, Prato e Pistoia, dove migliaia di lavoratori lavorano quotidianamente in assenza dei diritti stabiliti dai contratti nazionali e dalle leggi – le parole di Luca Toscano – abbiamo messo a segno negli ultimi giorni un paio di importanti vittorie davanti al giudice del lavoro e questo ci ricorda che quelle leggi e qui contratti nazionali sono arrivati grazie a scioperi e picchetti come quelli che da anni portiamo avanti”.
Sudd Cobas, continua lo sciopero alla Iron&Logistics: “I lavoratori in attesa degli arretrati, fuori i soldi”
Il sindacato ha parlato con i giornalisti davanti ai cancelli dell'azienda che ha spostato la sua sede da Prato a Montale: "Non solo stipendi arretrati ma anche 40mila euro circa di assegni familiari non corrisposti"
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