Il suicidio di una ragazzina vittima prima di violenza sessuale e poi di revenge porn, e il gravissimo incidente stradale provocato da un giovane sotto l’effetto di droghe spacciate in palestra. I due casi sono stati discussi ieri, sabato 24 maggio, nell’aula Galli Alessandrini al tribunale di Prato. Due casi a giudizio in altrettante simulazioni fedeli e anzi fedelissime di processi. In scena il lavoro degli studenti degli istituti Rodari e Copernico che, come altre centinaia in tutta la Toscana, hanno partecipato al progetto ‘Ciak… un processo simulato per evitare un vero processo”. Sotto la guida dei formatori e giudici onorari Giuseppe Sozzo e Maria Grazia Galletta, rispettivamente esperti di sociologia e di psicologia, gli studenti hanno riprodotto processi veri con imputati, testimoni, pubblici ministeri, giudici, avvocati difensori e di parte civile. Le fasi del dibattimento dono state seguite alla lettera fino alla discussione: requisitoria, arringhe, sentenza. Una esperienza che i giovani hanno affrontato con impegno ed entusiasmo, curiosi di conoscere il funzionamento del processo penale. Un percorso che ha consegnato agli studenti gli strumenti della consapevolezza e di come una bravata o una leggerezza possano trasformarsi in capi di imputazione con tutte le conseguenze.
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