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Stop ai licenziamenti illegittimi, ecco cosa chiede di abrogare il primo quesito referendario


Domenica 8 e lunedì 9 giugno anche i cittadini pratesi saranno chiamati alle urne per votare i cinque referendum ritenuti validi dalla Corte Costituzionale. Ecco un focus da parte della Cgil sul primo quesito, che vuole abrogare la disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act


Stefano De Biase


Si avvicina a rapidi passi il momento del voto per il referendum dell’8 e 9 giugno. Dopo la costituzione in tutta la provincia dei comitati referendari di Prato, Montemurlo, Vallata, Montalbano e ospedale, adesso si va avanti con l’organizzazione delle iniziative per i cinque sì sui vari territori. Se sabato scorso c’è stato il volantinaggio in piazza del Mercato Nuovo in concomitanza con ‘Terra di Prato’ e ieri il bis per il mercato del lunedì, da oggi il calendario diventa sempre più fitto. Oggi, martedì 27 maggio, c’è infatti il volantinaggio al mercato di Casale. Domani sarà la volta di quello a Maliseti, giovedì al mercato di Galciana, venerdì a San Paolo e il 31 maggio di nuovo appuntamento al Terra di Prato. Lunedì 2 giugno, invece, ci sarà una cena referendaria in un circolo Arci del territorio.

Ma cosa sono chiamati a votare gli elettori? I quesiti sono riassumibili in: stop ai licenziamenti illegittimi, più tutele per i lavoratori delle piccole imprese, riduzione del lavoro precario, più sicurezza sul lavoro e più integrazione grazie all’ottenimento della cittadinanza italiana.

Ecco un’analisi più approfondita del primo quesito, incentrato sullo stop ai licenziamenti illegittimi.

“Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo – spiegano dalla Cgil -. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo”.

Ricordiamo che la Corte Costituzionale ha ritenuto validi 5 quesiti referendari per i quali nel 2024 sono state raccolte 5 milioni di firme. Lo slogan della Cgil è: Votiamo sì per cambiare l’Italia. Il voto è la nostra rivolta. “Il nostro obiettivo è il raggiungimento del quorum, ottenere un’ampia vittoria dei cinque sì e riuscire in questo modo a modificare alcune norme fondamentali in tema di lavoro e cittadinanza – aggiungono dalla Cgil -. Sul territorio ci aspettano altre due settimane di lavoro intenso, dove fra eventi e iniziative cercheremo di garantire alla cittadinanza una comunicazione efficace e capillare”.

Edizioni locali: Prato

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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