In poche settimane ha collezionato due condanne per lo stesso reato: stalking. Stalking prima nei confronti della moglie e successivamente nei confronti della figlia e del suo fidanzato. Protagonista un uomo di 63 anni, residente a Prato, condannato lo scorso novembre a un anno e due mesi per aver reso impossibile la vita alla moglie e nei giorni scorsi a un anno (con rito abbreviato) per aver fatto altrettanto con gli altri familiari diventati bersaglio quando, in seguito alla denuncia del coniuge, gli viene notificato il divieto di avvicinamento con controllo tramite braccialetto elettronico. Moglie, figlia e genero si sono costituiti parte civile, tutto assistiti dall’avvocato Alessandra Artese. Le inchieste sono state coordinate dal sostituto Laura Canovai.
Nel primo processo, che si è svolto con rito ordinario, sono state accertate 130 e-mail tra metà aprile e inizio maggio 2022, oltre a telefonate, messaggi, appostamenti sotto l’abitazione sia della moglie che di parenti, minacce di morte, offese. Motivo scatenante dell’ira dell’uomo, difeso dall’avvocato Salvietti, l’interruzione del rapporto. Una persecuzione che fece scivolare la donna in uno stato di ansia e di paura per la propria incolumità fino all’atto finale: la denuncia. Denuncia che sortì un effetto sulla coniuge ma spostò l’attenzione dell’imputato sulla loro figlia e sul di lei fidanzato: intimidazioni, telefonate, messaggi, e-mail, minacce di far finire tutti e due in mezzo alla strada facendo mettendo la loro casa all’asta e facendogli togliere il figlioletto, pedinamenti e – al culmine dei fatti – il tentativo di provocare un incidente al genero speronandolo in auto per buttarlo fuori strada. In questo caso il processo si è svolto con rito abbreviato e la sentenza è stata pronunciata in questi giorni dal giudice delle udienze preliminari Del Vecchio.
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