Tommaso Cocci, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, ha presentato un formale accesso agli atti agli uffici della Provincia di Prato per ottenere una visione dettagliata degli interventi e dei costi sostenuti sulla Sr 325 dal 2000 a oggi, ma gli archivi cartacei sono inaccessibili a causa dei danni subiti durante l’alluvione del 2023 e sono attualmente in crioconservazione.
“Nel 2025, una situazione del genere è inaccettabile – ha sottolineato – la digitalizzazione degli archivi pubblici è un obbligo di legge da anni. Queste risposte dimostrano quanto siano indietro, sia sul piano infrastrutturale che amministrativo, coloro che hanno gestito la Sr 325 in questi decenni”. Forse l’archivio sarà disponibile fra oltre un anno, nel frattempo non è ancora stato presentato lo studio di fattibilità per un nuovo tracciato della strada di collegamento fra la Val di Bisenzio e il capoluogo, secondo quanto previsto dal protocollo d’intesa firmato fra Regione, Provincia e Comuni di Prato, Vaiano Vernio, Cantagallo e Montemurlo.
“Sono passati oltre vent’anni da quando la Regione Toscana ha assunto la titolarità di questa arteria, e siamo ancora in attesa dello studio di fattibilità per un nuovo tracciato. Questo studio avrebbe dovuto essere avviato e completato nei primi anni 2000, non oggi. Se non si riesce nemmeno a recuperare gli archivi, è chiaro che non si è in grado di pianificare un’opera strategica come questa.”
La Regione ha stanziato 150mila euro e messo il limite alla scorsa primavera per la presentazione del progetto, ma a oggi nessun documento è stato presentato . Anche i coordinatori comunali di Fratelli d’Italia della Vallata, Emanuela Paci (Vaiano), Emanuele Millo (Vernio) e Christian Gramigni (Cantagallo), hanno espresso la loro preoccupazione in una nota congiunta. “Dopo oltre vent’anni di gestione regionale, siamo ancora fermi al punto di partenza. Questo è tanto più grave se si considera che lo studio di fattibilità, ad oggi ancora non pervenuto, doveva essere il primo passo da compiere all’inizio degli anni Duemila. Se i tempi sono questi, forse vedremo un nuovo asse viario tra vent’anni”, hanno dichiarato. “Nel frattempo, decine di migliaia di persone percorrono quotidianamente questa arteria per lavoro, studio o necessità. Tra loro ci sono migliaia di lavoratori del distretto tessile e molte aziende che dipendono da questa viabilità per la logistica, la produzione e il commercio. Tutti penalizzati da un’infrastruttura ormai inadeguata alle attuali esigenze di mobilità e sviluppo economico.”
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