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Spacciatore riceve il ‘foglio di via’ ma fa opposizione davanti al Tar perdendo la causa. Il tutto però interamente a spese dei contribuenti italiani


Protagonista un giovane con precedenti e già destinatario di un decreto di espulsione, denunciato dai carabinieri per possesso di droga. Contestato il provvedimento di divieto di fare ritorno a Prato per un anno. Alla base del ricorso la carta d'identità "non aggiornata"


Nadia Tarantino


Droga e soldi, per la precisione circa 3 grammi di eroina e quasi 2.200 euro. E’ quanto i carabinieri di Montemurlo, in trasferta a Prato, trovano ad un giovane spacciatore fermato in piazzale del Ponzaglio, zona viale Galilei. La droga, divisa in ovuli che il giovane ingerisce per evitare guai, viene recuperata in seguito al ricovero in ospedale. L’uomo, già noto per diversi precedenti e già destinatario di un decreto di espulsione firmato dal prefetto di Prato, si becca una denuncia per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente. Il fatto risale a febbraio 2024. Una vicenda come tante altre se non fosse per un risvolto che nasce dal provvedimento che il questore adotta e fa notificare all’uomo: il foglio di via da Prato per un anno. Per un anno, cioè, lo spacciatore non può mettere piedi in città, pena l’arresto. La misura viene contestata e diventa argomento di battaglia giudiziaria fino ad arrivare sulla scrivania dei giudici del Tar che in questi giorni hanno rigettato il ricorso presentato dal giovane, assistito da un avvocato con la formula del gratuito patrocinio riservato alle persone non abbienti. Il gratuito patrocinio prevede, in presenza di requisiti precisi, che sia lo Stato a farsi carico delle spese per l’assistenza legale.
Tutto si è giocato sulla carta di identità prodotta dalla difesa e dalla quale risulta che l’uomo risiede a Prato e, per questo, non è sostenibile il foglio di via che lo vuole lontano dalla città per un anno. La questura insiste sul fatto che dagli ultimi accertamenti dei carabinieri era emersa la posizione irregolare sul territorio nazionale, oltre all’assenza di un’occupazione stabile a Prato: “Non c’è ragione perché lui frequenti la città costituendo un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Eppure la carta di identità lo colloca ufficialmente a Prato. Le ricerche hanno poi fatto chiarezza. La questura ha depositato una nuova relazione per aggiornare i giudici amministrativi: il giovane è stato residente a Prato dal 16 ottobre 2017 fino al 10 novembre 2021, poi il nome è stato cancellato dall’anagrafe per irreperibilità. “Il documento – si legge nella sentenza – pur continuando a risultare valido fino alla sua naturale scadenza per le sole finalità identificative, deve ritenersi non aggiornato relativamente alla residenza. Il ricorrente – viene aggiunto – è stato trovato dai carabinieri in un Comune negli quale, in quel momento, non risiedeva e con il quale non aveva alcun legittimo collegamento”.
I giudici hanno compensato le spese di giudizio e liquidato a favore dell’avvocato che ha assistito il giovane, per il patrocinio a spese dello Stato, 1.500 euro. (nt)  

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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