Altre 30 telecamere dentro l’ospedale e nel parcheggio dei dipendenti con una control room per il monitoraggio costante e complessivo (allo studio, per il futuro, la possibilità di un collegamento diretto con le sale operative delle forze dell’ordine), possibilità di chiamata diretta dal reparto di psichiatria alla questura, incremento da tre a quattro guardie giurate durante la notte, una sala accanto al pronto soccorso riservata ai pazienti che mostrano comportamenti critici. Ecco le misure partorite dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica riunito in prefettura nella mattina di oggi, mercoledì 15 gennaio, per migliorare la sicurezza all’ospedale Santo Stefano. Un tema dibattuto da tempo: l’ospedale, infatti, è continuamente teatro di gravi fatti di cronaca, l’ultimo dei quali pochi giorni fa quando un paziente psichiatrico ha aggredito e ferito due infermiere (una in modo grave) e una operatrice sociosanitaria.
Nel comunicato della prefettura si parla di “insieme di iniziative che va a sommarsi a quelle già varate nell’agosto scorso e che sono pienamente operative”: avvicinare il posto di polizia al pronto soccorso, intensificare i servizi di vigilanza svolti dalle forze dell’ordine, riservare un numero dedicato per un contatto diretto tra pronto soccorso e questura.
Iniziative che, evidentemente, non sono state affatto sufficienti a contenere caos, aggressioni, danneggiamenti: lo dicono gli episodi che continuano a ripetersi con ripercussioni sul personale sanitario e su chi frequenta il presidio ospedaliero.
“Siamo riusciti a individuare un insieme di ulteriori misure di prevenzione e contrasto a tutela di sanitari e utenza – le parole del prefetto, Michela La Iacona – ciò dimostra la piena sinergia istituzionale con cui si agisce in questa realtà provinciale con l’unico obiettivo di rispondere meglio e con fatti concreti a tutte le esigenze espresse dalla comunità”.
Al Cosp presenti, tra gli altri, anche l’assessore regionale alla Sanità, Marco Bezzini, e la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti. “L’unità di intenti e la concretezza delle iniziative già varate e di quelle oggi condivise – il commento del primo – potrà sicuramente offrire un contributo significativo alla gestione di una problematica così complessa”. Bugetti: “Questa è la modalità corretta per affrontare problemi e criticità che di volta in volta si presentano. Ciascuno di noi, per quanto di propria competenza, è chiamato a fare la sua parte per aiutare le forze dell’ordine nel loro lavoro quotidiano e per aiutare chi si trova in ospedale per necessità o per lavoro. Si tratta di un luogo delicato che ha bisogno di maggiore tutela e attenzione. I sanitari e i pazienti hanno bisogno di sapere che ci siamo”.
Riproduzione vietata