“A Prato c’è un sistema criminale cinese”. A dirlo, in modo chiaro e anzi chiarissimo, è il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon (Lega), che oggi, martedì 5 novembre, ha risposto all’interrogazione presentata dai deputati di Fratelli d’Italia, Chiara La Porta e Francesco Michelotti, dopo l’aggressione al picchetto di Sudd Cobas a Seano contro lo sfruttamento dei lavoratori. Non si tratta della prima conferma alla presenza, nel distretto tessile pratese, di un sistema economico cinese che si muove fuori dalle regole: nei giorni scorsi, a dirlo, è stato il procuratore, Luca Tescaroli, che senza risparmiare la parola ‘mafia’, ha auspicato, come chiesto dai deputati di Fratelli d’Italia, l’apertura a Prato di una sezione della Direzione distrettuale antimafia. Un punto, questo, sul quale il sottosegretario non si è sbilanciato perché la decisione non spetta al suo dicastero.
“Risulta – ha detto Durigon sulla base della relazione inviata al ministero della Giustizia proprio dal procuratore Tescaroli – che recenti indagini giudiziarie hanno ricostruito il cosiddetto sistema pratese, messo in atto dalla criminalità cinese, che consiste nell’imporre condizioni di lavoro con stipendi e orari inadeguati per lavoratori pakistani, bengalesi e nordafricani. Del resto – ancora le parole del sottosegretario al ministero del Lavoro – la delinquenza in ambito economico e di impresa è molto frequente, l’elevata competitività delle aziende a conduzione cinese è strettamente connessa all’impiego di manodopera irregolare retribuita in maniera inadeguata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato, all’inadempimento degli obblighi contributivi in materia previdenziale, alla violazione delle regole in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, all’evasione fiscale, all’imposizione di orari prolungati, alla sistematica violazione dei divieti imposti a tutela di marchi e brevetti”. Per tradurre, illegalità su illegalità: dal raggiro del fisco alla contraffazione, dallo sfruttamento lavorativo al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza.
Una situazione nota a giudicare dall’impegno del ministero della Giustizia per il distretto pratese: è stato lo stesso sottosegretario a ricordare che “la pianta organica della procura di Prato è stata rafforzata” così come “più in generali gli uffici requirenti distrettuali con specifico riferimento di quelli antimafia”. In più, Durigon ha parlato di come il ridisegno della geografia giudiziaria abbia previsto due posti in più per la procura di Firenze e uno in più per Prato. Tornando alle sue specifiche competenze, il sottosegretario ha fatto cenno ai controlli e alle ispezioni nelle aziende: “Ribadisco l’impegno – le sue parole – ad assicurare un miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei lavoratori, anche mediante un’efficace azione di contrasto alle pratiche criminali, soprattutto in quei territori dove l’esigenza si esprime in modo più urgente”.
Alle parole del sottosegretario è seguito l’intervento del deputato del Pd, Marco Furfaro, che ha sottolineato come Durigon si sia fermato agli impegni senza andare oltre: “Prato non ha bisogno di promesse ma di fatti e azioni concrete. Nei giorni scorsi siamo tornati a chiedere all’esecutivo di aumentare il numero degli ispettori del lavoro, così da poter effettuare sistematicamente un affiancamento ai colleghi Asl nella pianificazione quotidiana delle ispezioni previste dal Piano Lavoro Sicuro della Regione Toscana. Senza un rafforzamento non sarà possibile combattere efficacemente lo sfruttamento lavorativo”. Soddisfatta, invece, dalle parole del sottosegretario si dice Chiara La Porta: “Il governo Meloni – le sue parole – è pronto a rispondere al sistema mafioso del distretto parallelo a Prato, e non si gira dall’altra parte. Lo conferma la risposta del sottosegretario del Lavoro Claudio Durigon. Il ministero del Lavoro si è impegnato ulteriormente ad assicurare azioni sempre più efficaci contro pratiche criminali soprattutto in quei territori in emergenza, come il nostro, affinché sia garantito il miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei lavoratori. Relativamente al lavoro sommerso, grazie al progetto fortemente voluto dal governo ‘A.L.T. Caporalato’, sono già in essere ulteriori verifiche e controllo sul territorio da parte del personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la cui graduatoria in essere è già stata portata a compimento”. (nadia tarantino)
Sfruttamento, il tema approda in Parlamento. Il sottosegretario Durigon: “A Prato c’è sistema criminale cinese”
L'esponente del governo ha risposto all'interrogazione della deputata Chiara La Porta facendo riferimento alla relazione preparata dal procuratore Tescaroli che aveva auspicato di aprire una sede della Dda in città. Botta e risposta, sui controlli dell'Ispettorato del lavoro, tra il deputato dem Marco Furfaro e la stessa La Porta
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