Rimessi in libertà ma con provvedimenti di rispettare e in attesa di comparire davanti al giudice delle udienze preliminari, già il prossimo 29 maggio: per uno il divieto e per l’altro l’obbligo di dimora a Prato. E’ l’ultima puntata del caso Arte Stampa, la stamperia di tessuti in via Pistoiese a Viaccia, sequestrata nell’ambito di un’inchiesta della procura sulle condizioni di lavoro degli operai. Il titolare di fatto dell’azienda e il suo braccio destro, difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanni Renna e Tommaso Magni, sono stati scarcerati. L’arresto è stato sostituito per il primo con il divieto di dimora e per il secondo, invece, con l’obbligo di dimora.
Entrambi sono accusati di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’inchiesta è pronta ad approdare il 29 maggio in udienza preliminare: tempi record se si considera che sono passati quattro mesi da quando sono partite le indagini.
Arte Stampa era finita nel mirino dopo il tentato omicidio di un operaio, accoltellato da un collega la notte tra il 25 e il 26 gennaio scorso. Le indagini, coordinate dal procuratore, Luca Tescaroli, hanno portato a galla il solito sistema di illegalità: turni massacranti, retribuzione sotto il minimo legale, condizioni igienico-sanitarie al limite. In particolare, impiegati a nero 14 dipendenti cinesi privi del permesso di soggiorno e altri 4 in regola con i documenti. Molti di più, però, i lavoratori di Arte Stampa: 44 contratti regolari part-time e 6 a tempo pieno.
La collaborazione di diversi lavoratori, tra i quali la vittima dell’aggressione, ha consentito di dare una spinta all’inchiesta (i collaboratori, nove in tutto, sono attualmente ospiti del vescovo a Villa del Palco).
Ad Arte Stampa fece tappa, lo scorso 11 marzo, la Commissione antisfruttamento del Senato per toccare con mano le condizioni di lavoro all’interno di quella fabbrica che sono condizioni riscontrate moltissime volte nel corso dei controlli.
L’azienda potrebbe ripartire: due amministratori giudiziari sono stati nominati con il compito di verificare la possibilità di riavviare l’attività mantenendo i livelli occupazionali (l’alternativa è la messa in liquidazione).
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