Il modello pratese di scuola frequentato da studenti di varie etnie al centro del convegno Save the children sulla cittadinanza. A rappresentare Prato Mario Battiato dirigente dell’ Ic Gandhi dove convivono studenti di 69 etnie diverse su un totale di 1.200 alunni, dalla scuola materna alle medie. “Nei fatti – ha spiegato – non c’è nemmeno da parlare di inclusione, perché sono quasi tutti bimbi nati in Italia. Spesso sono terze generazioni, talvolta ignorano la lingua dei nonni, tuttavia devo fare i conti con la circolare Gelmini del 2010 che fissa un tetto del 30% per classe di alunni stranieri . Io devo derogare ampiamente, altrimenti non formo le classi”. E qui secondo il dirigente scolastico c’è da distinguere tra non italofoni, che alle Gandhi sono il 7/8% della popolazione e quelli che non hanno la cittadinanza cioè il 40%. “La maggior parte di questi ultimi – prosegue Battiato – parlano perfettamente italiano e non conoscono la lingua dei paesi di origine, tanto che quando organizziamo la giornata della lingua madre siamo costretti ad invitare i genitori perché molti bambini non la conoscono”.
Eppure, per la legge questi bambini non sono cittadini italiani e quindi dal punto di vista burocratico le cose si complicano: “ Quando organizziamo una gita, ad esempio a Nizza, i bambini stranieri hanno bisogno del visto e del passaporto un iter complesso. A volte preferiamo rinunciare come scuola a queste iniziativa per non doverli lasciare fuori. Le difficoltà che dobbiamo fronteggiare sono di ordine legale o pratico. E bisogna considerare che il flusso migratorio a Prato è continuo”.
Scuola pratese protagonista a Roma al convegno di Save the children: “Nelle classi tanti bambini nati in Italia ma considerati stranieri”
Al convegno organizzato a Roma sul tema della cittadinanza è stato inviato Mario Battiato, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo Gandhi dove si contano 69 etnie diverse
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