Sono dieci – nove italiani e un cinese – gli indagati per i quali la procura di Prato ha chiesto il rinvio a giudizio al termine delle indagini su un giro di scommesse clandestine scaturite la scorsa primavera in misure di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, nel sequestro preventivo di beni (società e auto) per oltre un milione di euro, e nel sequestro di tre sale gioco in via Castagnoli, via Longobarda e viale Galilei, la prima delle quali già restituita al proprietario. Ad alzare il velo sul vortice di scommesse erano state la polizia e la guardia di finanza di Pistoia. Una indagine durata oltre un anno e uscita dai confini toscani tanto da impegnare, nella notifica delle ordinanze di custodia cautelare e di sequestro, anche le questure e i comandi della finanza di Roma e Latina. Associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di raccolta di giochi e scommesse, estorsione, falso, traffico e detenzione di droga, evasione fiscale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti: queste le accuse contestate a vario titolo dalla procura che ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo gli investigatori, il grosso della raccolta di denaro avveniva a Prato sia attraverso il gioco online su siti internet clonati che nelle sale slot intestate a prestanomi cinesi ma di fatto, pare, gestite dalle persone poi finite agli arresti. Ricostruito anche il sistema di trasferimento di ingenti quantità di soldi in Cina per evitare di pagare le tasse sulle imprese via via acquisite per mezzo delle pratiche estorsive.
Scommesse clandestine, la procura chiede il processo per nove italiani e un cinese
Chiusa l'inchiesta che la scorsa primavera portò in carcere e ai domiciliari dodici persone, al sequestro preventivo di sale gioco, società e auto. Contestata l'associazione per delinquere
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