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Sciopero ad oltranza e picchetto davanti all’azienda leader per le grucce: “Turni massacranti e salari non conformi”


L'agitazione del sindacato Sudd Cobas riaccende i riflettori su un settore finito da tempo sotto la lente della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze


Nadia Tarantino
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Gazebo per ripararsi dal sole, tende per passare la notte, scorte di acqua e cibo per combattere fame, stanchezza e caldo. Sono pronti a resistere a lungo gli operai della G Plast che da ieri, domenica 16 giugno, sono in sciopero davanti ai cancelli di via Fonda di Mezzana, nel Macrolotto 2. E’ questo l’indirizzo dell’ultima protesta di Sudd Cobas, sindacato ex Si Cobas, che dopo un paio di anni dall’ultima volta torna davanti ad una ditta che produce grucce e, come in passato, la proprietà è cinese. Un’azienda importante e tra le più note tra quelle che servono i pronto moda del distretto. “Sciopero contro il supersfruttamento” dicono i sindacalisti Luca Toscano e Sarah Caudiero che hanno chiamato a raccolta gli operai – una dozzina di pakistani – che denunciano condizioni di lavoro massacranti: “Turni di dodici ore per sette giorni la settimana e per salari non conformi, qualcuno senza contratto. Inutile parlare di diritti come ferie, malattia, tredicesima”.
L’ultimo sciopero a oltranza contro aziende che producono grucce risale al 2022: “Presentammo un esposto che ricostruiva puntualmente la filiera de l’allora esistenza di un cartello fondato su racket e sfruttamento – ricordano Toscano e Caudiero – è la solita storia che raccontiamo e denunciamo da anni”. Sudd Cobas fa un riferimento anche all’attualità: “Nelle ultime settimane si è tornati a parlare delle trame che attanagliano la filiera produttiva delle grucce tanto che l’indagine che ha coinvolto un carabiniere sembra essere partita proprio dalle intercettazioni della Dda per fare luce sulla cosiddetta ‘guerra delle grucce’”.
Presidio a oltranza, come sempre: “Lo sciopero – concludono i sindacalisti – andrà avanti fino alla regolarizzazione dei lavoratori. Ci piacerebbe vedere i nuovi eletti in Consiglio comunale fenire davanti a questi cancelli. Perché Prato è ancora questo. E per cambiare qui bisogna stare: al fianco dei lavoratori che rivendicano legalità, diritti e dignità”.
Notizie di Prato e Toscana Tv hanno provato a raccogliere la versione dell’azienda: “Più tardi vi chiamerà il nostro consulente del lavoro – ha detto Luca, cinese che parla un ottimo italiano – intanto chiedete agli operai quanto prendono alla fine del mese”. Gli operai, per tutta risposta, mostrano le foto delle annotazioni mensili delle ore di lavoro giornaliere: orario di ingresso e orario di uscita, raramente meno di 12 ore e di giorni lasciati in bianco non ce ne sono. “Questa è la verità, mi credi? – le parole di un lavoratore – io ho un contratto di sei ore al giorno ma lavoro tanto di più. Luca ci chiede di segnare tutto su un foglio e di mandargli la foto su whatsapp. Ti sembra regolare? Questa è roba da tanti tanti soldi al mese, tipo, che ne so, cinquemila euro”.     

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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