Ci sono voluti mesi ma alla fine la collina di rifiuti abbandonati, cresciuta fino a un’altezza di tre metri e poggiata su circa 500 metri quadrati a forza di scarichi abusivi su scarichi abusivi, è stata rimossa. Il terreno trasformato in una enorme discarica, situato in via Brugnani al confine tra Prato e Carmignano e a ridosso da una parte dell’Ombrone e dall’altra del torrente Filimortula, è stato restituito alla collettività dopo un lungo periodo di sequestro. Lo fa sapere il procuratore di Prato, Luca Tescaroli.
La rimozione è stata completata in questi giorni sotto il controllo del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale, dei carabinieri e dell’Unità operativa di polizia ambientale della Municipale di Prato che hanno dato seguito all’ordinanza di rimozione rifiuti emessa dal Comune di Prato su richiesta della procura e indirizzata ad un cittadino indiano di 63 anni, attualmente imputato in quanto ritenuto responsabile dell’impressionante accumulo.


Un lavoro enorme: 170 le tonnellate di rifiuti di cui 80 provenienti da attività edilizia, 56 di scarti tessili, 29 di plastica e il resto tra cemento, batterie, pneumatici, elettrodomestici, bombole di fas, oli e vernici. “Una vera e propria collinetta – descrive il procuratore in un comunicato – originata a far data dal 2023 per il tramite di numerose e ripetute azioni di abbandono e di scarico al suolo”.
L’area è stata dissequestrata dopo l’esito delle analisi sul terreno ordinate dalla procura all’Arpat.
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