Sono trenta i pazienti che in quasi cinquanta giorni dall’apertura del Punto di intervento rapido si sono recati alla Casa di comunità est in via Fra Bartolomeo, un dato in linea con Pistoia dove al Ceppo vecchio sono stati 32. Risultati decisamente diversi rispetto all’area di Firenze dove a Le Piagge sono stati 111, a Torregalli 561, a Figline 419 e Empoli 162. Al Pir di Prato, aperto cinque giorni alla settimana dalle 8 alle 20, si accede tramite richiesta del medico di famiglia o del 116117, l’obiettivo del servizio è anche di alleggerire il pronto soccorso per interventi non urgenti, come ad esempio mettere i punti di sutura. Nelle prime settimane di sperimentazione, iniziata a dicembre con termine a giugno, il Pir pratese non era ancora stato dotato di tutta l’attrezzatura diagnostica necessaria (solo da qualche settimane si può fare l’elettrocardiogramma e l’emogas che misura l’ossigenazione del sangue), questa potrebbe essere una prima chiave di lettura del bilancio non esaltante. “Dati decisamente bassi – il commento di Rosanna Sciumbata coordinatrice Aft- che ci deve fare riflettere anche in base agli investimenti che sono stati fatti. In realtà (leggi) gli accessi al pronto soccorso del Santo Stefano non sono diminuiti, anzi hanno continuato ad aumentare”. Da oggi 3 febbraio tutti i medici delle aggregazioni funzionali territoriali (Aft) posso fare richieste per i propri pazienti ai Pir, diversamente da quanto avvenuto fino ad ora che erano solamente due su otto. L’estensione vale per tutti i punti di intervento rapido Asl Toscana centro coinvolti nella sperimentazione.
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