Sono trentasei i nuovi agenti di polizia penitenziaria in arrivo al carcere di Prato su un totale di 125 destinati agli istituti toscani e 1.327 agli istituti di tutta Italia. “Ancora una volta il Governo Meloni – commenta il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove – dimostra il suo impegno nel garantire legalità e sicurezza nelle carceri italiane”. I 1.327 nuovi agenti entrano in servizio dopo aver concluso il 184esimo corso Allievi della polizia penitenziaria. Il contingente toscano è così diviso: 36, come detto a Prato, 50 a Sollicciano, 2 a Massa Marittima, 13 a Livorno, 6 a Porto Azzurro, 13 a Pisa, 2 a Pistoia, 2 a San Gimignano, 1 a Siena.
“I nuovi arrivi miglioreranno le condizioni lavorative alleviando le carenze di organico causate dalla grave noncuranza dei governi precedenti – ancora Delmastro – queste assunzioni di innestano nel percorso intrapreso dal Governo negli ultimi 28 mesi, finalizzato a potenziare gli organici delle forze dell’ordine e in particolare della polizia penitenziaria. Presto ci saranno altre assegnazioni: 2.568 agenti inizieranno il 185esimo corso a maggio 2025 mentre, con la firma del nuovo bando allievi agenti del 15 gennaio, è iniziato il reclutamento di ulteriori 3.246 unità”.
Per il carcere di Prato una piccola boccata d’ossigeno che però incontra subito un rilievo: c’è chi fa notare che a fronte di 36 nuovi arrivi, sono 26 gli agenti già in servizio che hanno chiesto il trasferimento con un risultato netto, dunque, di dieci unità. “Resta la notizia che il Governo Meloni ha riattivato i percorsi di formazione che erano fermi da anni e anni – spiega la deputata Chiara La Porta – ciò ha consentito un primo ingresso di oltre 1.300 agenti a cui se ne aggiungeranno altre migliaia nei prossimi mesi: ci vuole tempo per preparare un agente, non è che possiamo prendere persone senza formazione e preparazione. Detto questo, si torna all’atavico problema che è quello che da Prato tutti se ne vanno. Non possiamo impedire la mobilità dei dipendenti statali: vale per il carcere come per il tribunale, per citare gli esempi più lampanti. Questa città non è attrattiva ed ecco i risultati”.
Ad ogni modo una piccola boccata d’ossigeno considerata la carenza di personale a fronte di una popolazione carceraria non solo molto numerosa ma anche particolarmente difficile: da tempo i sindacati lamentano il trasferimento di detenuti critici da altre carceri. Sempre più spesso si tratta di detenuti che hanno già provocato danni e problemi in altre strutture e che, una volta destinati e arrivati a Prato, mettono in atto gli stessi comportamenti con aggressioni, danneggiamenti e, in qualche caso, tentativi di rivolta.
Il deputato e vicecoordinatore di Fratelli d’Italia, Francesco Michelotti: “Questa è l’attenzione di Roma alle esigenze del territorio, continueremo a lavorare in questa direzione”.
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