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Rapina nella villa, i carabinieri arrestati come basisti dovranno risarcire lo Stato con 50mila euro per danno di immagine


Sentenza della Corte dei Conti a carico dell'ex brigadiere Giuliano Rosa e dell'ex appuntato Ennio Serino, entrambi condannati per il colpo ai danni di un imprenditore il 3 maggio 2019


Nadia Tarantino


Cinquantamila euro di risarcimento per il danno di immagine procurato all’Arma dei carabinieri. E’ quanto dovranno versare al ministero della Difesa l’ex brigadiere Giuliano Rosa, 58 anni, e l’ex appuntato Ennio Serino, 42, entrambi a lungo in forza al nucleo Radiomobile del comando provinciale dei carabinieri di Prato ed entrambi condannati per la pianificazione e la rapina messa a segno, insieme a tre complici, ai danni di un imprenditore cinese, il 3 maggio 2019. Così ha stabilito la Corte dei Conti che ha riconosciuto le ragioni della procura contabile che chiedeva, appunto, la condanna dei due ex carabinieri.
Serino (patteggiamento a 4 anni per rapina aggravata, peculato, rivelazione di segreto d’ufficio, truffa e falsità materiale) e Rosa (4 anni e 5 mesi con rito abbreviato per rapina aggravata e falsità materiale) furono arrestati in due momenti diversi: a dicembre 2019 il primo, ad aprile del 2020 il secondo. In manette, prima di loro, erano finiti gli esecutori materiali del colpo, tre trasfertisti campani (tutti condannati a 4 anni in abbreviato), e due venditori ambulanti di frutta e verdura, accusati di aver fatto da ponte tra gli ex carabinieri e i rapinatori (2 anni in abbreviato).
I trasfertisti portarono a termine la rapina secondo le indicazioni ricevute: fecero irruzione nella villetta dell’imprenditore, nella zona di Galciana, spacciandosi per carabinieri con tanto di pettorine e palette, e sventolando un finto mandato di perquisizione. Erano tutti certi di trovare un mucchio di soldi ma di soldi ne furono trovati pochi: solo 11mila euro.
Gli investigatori ricostruirono che a progettare la rapina era stato Serino e che a fornire palette, pettorine e a fare da palo era stato di nuovo lui ma insieme al brigadiere Rosa.
La procura contabile ha anche chiesto e ottenuto la condanna per “lesione del nesso sinallagmatico”, vale a dire lo stipendio pagato ai due ex carabinieri che però parte del tempo trascorso in servizio lo hanno utilizzato per mettere a punto la rapina. I giudici della Corte dei Conti hanno preso come riferimento il periodo 25 marzo 2019, “data del progetto criminoso”, al 3 maggio 2019, “data dell’azione criminosa”, quantificando il danno in 1.731 euro per Serino e in 1.286 euro per Rosa. Inoltre, l’ex appuntato è stato anche condannato a restituire 607 euro, vale a dire la somma riscossa in una settimana di malattia, gli stessi giorni, secondo le indagini, dedicati all’organizzazione della rapina.
E mentre Giuliano Rosa non si è costituito davanti al tribunale contabile, Serino lo ha fatto e con il suo avvocato ha cercato di limitare al massimo le conseguenze del procedimento ricordando di essere sempre stato un militare irreprensibile, con una condotta encomiabile e di avere contribuito alle indagini. La difesa non ha trovato aperture nei giudici che hanno scritto una sentenza di condanna. (nt)

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