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Sesto giorno di picchetto di Sudd Cobas contro lo sfruttamento: “Accordo chiuso con quattro aziende”


Delle cinque ditte presidiate per chiedere contratti di lavoro regolari, solo una non ha ancora sottoscritto il riconoscimento dei diritti rivendicati dai lavoratori. Domenica corteo a Seano: numerose le adesioni


Nadia Tarantino
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A sei giorni dall’inizio dei picchetti di Sudd Cobas davanti a cinque aziende cinesi per chiedere contratti di lavoro regolari per gli operai pachistani, resta attivo solo il presidio in via Galilei a Seano. “Le altre situazioni si sono risolte con il riconoscimento delle nostre richieste: turni di otto ore per cinque giorni a settimana – le parole del coordinatore, Luca Toscano – qui non siamo ancora a nulla e quindi proseguiamo lo sciopero a oltranza”.
Un’altra notte, la quinta, passata sotto i gazebo e nelle tende davanti ai cancelli della pelletteria. Un’altra giornata, la sesta, passata a chiedere la normalità. L’azienda solo stamani si è fatta viva: “La trattativa è andata in fumo – ha detto l’avvocato Davide Melone – il mio cliente è disponibile a sedersi a un tavolo e discutere le eventuali differenze retributive ma i contratti restano a quattro ore”. Ma chi ha contratti part-time, quanto lavora: “Quattro ore”, la risposta del legale. E allora perché un tavolo di contrattazione sulle differenze retributive? Intanto l’avvocato ha detto che il suo cliente sta ricevendo un danno dal picchetto e che per questo ha depositato una denuncia per violenza privata.
Sudd Cobas non accetta condizioni, non scende a compromessi: “La legge parla di quaranta ore di lavoro settimanali, punto. Questi giovani ne lavorano 12 al giorno, sette giorni su sette, che a casa mia fa 84 – dice Luca Toscano – non esiste un degno per lavorare 84 ore a settimana. In un momento storico in cui l’Europa parla di diminuire l’orario di lavoro, non è possibile pensare a qualcosa di diverso dalle 40 ore settimanali perché questo è il massimo”.
Gli operai non si arrendono, sfidano la paura perché è questo il sentimento dopo l’aggressione di mercoledì notte quando cinque persone, armate di spranghe di ferro, si sono presentate al picchetto di Seano e hanno cominciato a colpire le persone: quattro sono finite al pronto soccorso con ferite alle gambe e alle braccia. Tra le vittime anche Luca Toscano: “Non è la prima aggressione nella storia delle nostre battaglie contro lo sfruttamento – dice – ci picchiano perché i nostri scioperi funzionano”. Nei sei-sette anni di presidi, picchetti, sit-in e scioperi a oltranza, sono circa mille i lavoratori che hanno ottenuto contratti di lavoro regolari. “A questi numeri – spiega il coordinatore Toscano – si aggiungono altri lavoratori che indirettamente hanno beneficiato delle nostre iniziative perché sono stati diverse le aziende cinesi che si sono adeguate per paura di vedere le nostre bandiere davanti ai cancelli”.
Lavoratori invisibili che sono finalmente diventati un volto, un nome e un cognome, una identità per Inps e Inail: “Prima lavoravo 12 ore al giorno sei giorni a settimana e la mia busta paga era di 900 euro – racconta un operaio – dopo la regolarizzazione, faccio 8 ore al giorno cinque giorni a settimana per uno stipendio di circa 1.400 euro”. ‘8×5’ non è una moltiplicazione come un’altra, è il diritto per il quale Sudd Cobas si batte con fermezza, con decisione, con volontà perché “lo sfruttamento non appartiene a questo tempo e deve finire”.
Anche oggi, come dall’inizio della settimana, don Helmut, parroco di San Giusto, è arrivato con tè caldo e con un pasto caldo per gli operai: “Questi giovani sono lo specchio di una società che si gira dall’altra parte – dice – dobbiamo tutti chiedere scusa per non averli tutelati, per non averli tirati fuori prima da questa condizione di schiavitù”.
Domenica 13 ottobre, alle 17.30, l’appuntamento è con la ‘Manifestazione antimafia’ indetta da Sudd Cobas. Soltanto ieri e finalmente è suonata la sveglia con una pioggia di condanne all’aggressione contro i sindacalisti e i lavoratori in sciopero e di adesioni all’iniziativa organizzata a Seano. Amministratori pubblici a ogni livello, sigle sindacali, associazionismo, categorie autonome operaie hanno già fatto sapere che saranno presenti. “Noi siamo da sempre, da anni e anni in prima linea in difesa degli sfruttati, degli ultimi – dice Toscano – gli altri si fanno vedere ora, meglio tardi che mai. Spiace che la Cgil abbia annunciato di non aderire sostenendo che le nostre modalità non sono quelle loro: come è possibile questa affermazione se noi stiamo facendo esattamente quello che loro facevano decenni fa per e accanto ai lavoratori che chiedevano giustamente e legittimamente condizioni di lavoro migliori. La Cgil oggi esiste perché in passato questo faceva. Ora la battaglia è per questi operai, per questa gente che cerca sostegno e tutele, che reclama diritti non capricci. Sudd Cobas qui è e qui resta”. (nadia tarantino)

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Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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