A quattro anni dalla fine delle operazioni di abbattimento del vecchio Misericordia e Dolce e a uno e mezzo dal passaggio di proprietà da Asl a Comune di Prato, l’area del vecchio ospedale resta al momento abbandonata a se stessa con erbacce e pruni che stanno occupando i tre ettari destinati ad ospitare il futuro parco centrale. Un progetto nato oltre dieci anni fa – per l’esattezza nel 2014 – e del quale al momento si fa fatica a vedere un orizzonte definito.
In questi mesi gli uffici del Comune stanno mettendo a punto il progetto esecutivo che, negli auspici, dovrebbe essere consegnato entro la metà dell’anno corrente. A quel punto potrà essere messa a bando l’assegnazione dei lavori e da lì partirà l’iter vero e proprio di costruzione con l’apertura del cantiere. La strada, però, non è affatto in discesa e questo, almeno stavolta, non per questioni di finanziamenti, visto che lo stanziamento di 7,5 milioni di euro per la realizzazione del parco risale già all’amministrazione Biffoni.

Gli anni passati dall’ideazione dell’opera, infatti, non agevolano certo il lavoro dei tecnici comunali. Il progetto del parco è quello uscito vincitore dal concorso internazionale di progettazione che si è chiuso nel 2016 con la vittoria del noto paesaggista Michel Desvigne, appoggiato dalla società Obr. Un progetto che comincia a far sentire i suoi anni e che richiede alcune modifiche, a partire dal ridimensionamento della struttura in muratura per finire alla tipologia di piante che vi si vogliono mettere a dimora. Modifiche dovute anche alla necessità di tarare le spese alla luce dell’aumento delle materie prime, per evitare di sforare il budget. Ma ogni intervento sul progetto originale deve necessariamente essere discusso, vagliato e infine approvato dai progettisti. Con tutto quello che questo comporta sulla dilazione dei tempi.
Insomma, un iter travagliato quello del parco centrale, partito già male con i numerosi ricorsi alla giustizia amministrativa in merito all’assegnazione da parte dell’Asl dei lavori di demolizione per finire con la necessità di bonificare il terreno dal serpentino, compito che spettava all’Asl e senza la conclusione del quale non poteva essere fatto il passaggio di proprietà. Da quel momento, era il 31 ottobre 2023, è già passato più di un anno e mezzo e l’area dell’ex Med continua a sembrare più una “giungla urbana” che un parco destinato a cambiare radicalmente il volto di questa parte della città.
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