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Pronto soccorso: crescono gli accessi (e circa la metà sono “impropri”) ma cala il tempo di attesa per un posto letto nei reparti


Sopralluogo della Commissione comunale 5 al Santo Stefano. Nel 2024 94.718 persone hanno usufruito del servizio di emergenza, il 3,5% in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Entro 16 ore in media il ricovero, mentre in passato i tempi erano anche di 28 ore


Alessandra Agrati


Il Pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano resta tra i più “affollati” della Toscana ma, nonostante i numeri di accessi continuino a crescere anno dopo anno, pur senza arrivare ancora a quelli pre Covid, è diminuito drasticamente il tempo di attesa di un posto letto per il ricovero nel reparto. E’ quanto emerso oggi, 27 gennaio, durante il sopralluogo della Commissione consiliare numero 5, guidata da Rosanna Sciumbata, che ha incontrato il dottor Simone Magazzini, responsabile del dipartimento di emergenza urgenza.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i numeri relativi al 2024, dai quali emerge con forza quello che rappresenta una sorta di “zavorra” al buon funzionamento della struttura. Se gli accessi nell’ultimo anno sono cresciuti del 3,5% rispetto all’anno precedente (94.718 contro i 91.475 del 2023), vediamo che il 40% di questi sono tra quelli ritenuti “non urgenza” e “urgenza minore”, vale a dire accessi che in teoria non sarebbero da trattare al Pronto soccorso. Mentre tra il 50% degli accessi definiti “urgenza differibile” c’è un’altra parte che, con percorsi diversi (ad esempio tramite richiesta di ricovero diretta da parte del medico di famiglia), potrebbe non intasare il Pronto soccorso. In altre parole circa uno su due che si presenta al Santo Stefano lo fa in maniera impropria, fondamentalmente però perché al momento mancano alternative. A conferma di questo il fatto che l’80% degli accessi si conclude con le dimissioni e il ritorno a casa del paziente. Venendo alla buona notizia, da registrare la drastica diminuzione dei tempi di attesa di un posto letto in reparto quando è necessario il ricovero: adesso siamo sulle 16 ore (comprensive del percorso di presa in carico e di visite ed esami) mentre negli anni subito dopo il Covid si era arrivati a 28 ore. La diminuzione è stata ottenuta grazie all’aumento dei posti letto disponibili con l’attivazione dei trasferimenti a Villa Fiorita, del Girot, dei day service e degli ambulatori.
“La nuova organizzazione dell’ospedale – commenta Rosanna Sciumbata – sta dando i suoi frutti. Però va ancora potenziato il servizio sul territorio, come dimostra quel 50% circa di accessi differibili”.
Resta, come un po’ in tutta Italia, la difficoltà di reperire personale che voglia lavorare nel Pronto soccorso.

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