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Primo Maggio nel ricordo di Luana D’Orazio. Bombardieri: “Il cordoglio non basta più, servono fatti concreti”


Il segretario generale della Uil ha voluto accanto a sé sul palco la madre della giovane operaia morta nell'orditura. La manifestazione nazionale dedicata alla sicurezza ma anche alla lotta alla precarietà e allo sfruttamento: "Mentre noi siamo qui, ci sono capannoni dove anche oggi le persone vengono trattate come schiavi"


Claudio Vannacci


“Abbiamo scelto Montemurlo per ricordare la giovanissima Luana, che, qui, ha perso la vita perché furono manomessi i dispositivi di sicurezza al macchinario sul quale lavorava. Un dramma, quello delle morti sul lavoro, anche per chi rimane, per le famiglie, per le comunità che vivono queste tragedie. Persone che spesso sono lasciate sole”. Il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, ha riassunto così il senso della grande manifestazione nazionale organizzata dai sindacati unitari a Montemurlo, in occasione del Primo Maggio. Manifestazione alla quale hanno preso parte migliaia di persone, arrivate anche da fuori Toscana.

Lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro” non poteva che essere dedicato a Luana D’Orazio, la giovane mamma morta quattro anni fa proprio a Montemurlo, mentre lavorava in una orditura dove, come dimostrato dalle indagini, erano stati rimosse le sicurezze al macchinario che poi ha ucciso la giovane operaia. E la madre di Luana, Emma Marrazzo, era sul palco, proprio accanto a Bombardieri che l’ha abbracciata a lungo. Nel pomeriggio, poi, verrà inaugurata la strada dedicata proprio a Luana.

Emma Marrazzo ha portato con sé la scarpa indossata dalla figlia quel tragico giorno. Una scarpa che ha voluto posare simbolicamente sulle bare posizionate a lato del palco. “Perché le Luane purtroppo sono migliaia – ha detto Emma Marrazzo -. E non ci sono morti di serie A e di serie B”.

“Tutti hanno fatto riferimento alle sollecitazioni sia del Presidente della Repubblica sia del Santo Padre – ha poi aggiunto Bombardieri -, ma non basta dirsi d’accordo con quei richiami, servono coerenza e fatti concreti: di parole saremmo stanchi e di cordoglio non sappiamo più che farcene”. Per poi fare un’apertura di credito nei confronti del governo:  “Ora c’è un segnale – ha detto -: meglio tardi che mai, ma 600 milioni su una disponibilità di 1 miliardo e mezzo dell’Inail sono ancora pochi e, peraltro, sono comunque soldi delle aziende e  dei lavoratori. Va bene, comunque, cominciare la discussione e siamo pronti al confronto con il governo, ma bisogna avere consapevolezza che la sicurezza non è solo una questione economica”. “Spesso si tratta di omicidi sul lavoro, non di incidenti – ha accusato dal palco Bombardieri -. Vogliamo che chi commette un omicidio paghi. Ai politici chiedo coerenza. Basta cordoglio, vogliamo fatti concreti” chiedendo “oltre all’omicidio sul lavoro, l’istituzione di una procura speciale. Non ci arrenderemo. Dobbiamo arrivare a zero morti sul lavoro, non ci fermeremo prima”.

Ma non solo di sicurezza si è parlato a Montemurlo. Precarietà e sfruttamento sono concetti che vanno infatti a braccetto con la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. “In questo momento – ha ribadito Bombardieri – proprio qui a Prato e Montemurlo ci sono fabbriche dove persone sono al lavoro, trattate come schiavi. E questo non lo possiamo accettare. Serve l’impegno di tutti per far finire questa situazione inaccettabile”. Concetti rimarcati anche dalla segretaria regionale Cgil Toscana Gessica Beneforti e dalla segretaria generale Cisl Toscana Silvia Russo che hanno parlato sul palco prima di Bombardieri.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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