Oggi Prato ha messo nero su bianco la sua sfida collettiva per arrivare alla neutralità climatica nel 2030. Nel salone consiliare del Comune è stato firmato il “Contratto di Città sul Clima”che impegnerà 40 realtà associative ed economiche dei più diversi settori alla realizzazione di un piano di azione da presentare alla Commissione europea per raggiungere l’ambizioso traguardo e ottenere così il “bollino verde” che permetterà di facilitare l’accesso ai finanziamenti dell’UE, nazionali e regionali, nonché agli investimenti privati.
Si tratta di dare un seguito concreto alla selezione di Prato, da parte della Commissione Europea, tra le 100 città dell’Unione che parteciperanno alla Missione UE “100 città climaticamente neutrali&smart”, la cosiddetta “Missione Città”, per la quale si erano candidate ben 377 città europee.
“Vogliamo accettare la sfida della carbon neutrality, un’eredità che lasciamo a chi verrà dopo di noi ma portando in dote un lavoro straordinario svolto insieme ad imprese, sindacati e categorie economiche – dice il sindaco Matteo Biffoni – L’attenzione della città al clima e al modo di produrre è un valore aggiunto per i prodotti del nostro distretto in un momento come quello attuale in cui viene adottato il modello dell’economia circolare e c’è maggiore sensibilità verso scelte a basso impatto sull’ambiente. Questo è un aspetto che i buyers internazionali apprezzano e che ha buone ricadute sul nostro territorio anche in termini economici”.
Il piano parte dall’analisi delle emissioni di Co2 del territorio, stimate al 2019, (il dato al 2020 sarebbe stato falsato dal covid) per un ammontare di emissioni Bei pari a 915.150 t Co2, per puntare una riduzione dell’83% al 2030. Il restante 17%, per un totale di 759.000 t Co2, verrà ridotto con compensazioni.
“Al netto dei benefici ambientali e climatici che la città avrà, le politiche per la carbon neutrality e la forestazione rappresentano anche una stretegia industriale – commenta anche l’assessore all’Ambiente Valerio Barberis – E’ quindi un elemento che contribuisce alla competitività del distretto”.
Tra le azioni da attuare: decarbonizzare i consumi termici ed elettrici attraverso la riduzione della domanda e l’aumento dell’efficienza dei sistemi impiantistici nel settore civile e industriale; elettrificare i consumi in ambito civile e nella mobilità; aumentare produzione energia da fonti rinnovabili; diffondere modelli di consumo consapevole, finalizzati alla riduzione dell’uso di materie prime e al loro riutilizzo e riciclo; promuovere mobilità alternativa e a basso impatto.
Quali sono stati i settori più problematici rilevati dall’analisi preliminare e sui quali intervenire? Al primo posto il settore dei trasporti privati e commerciali (31,9%), seguito dal settore residenziale (24,5%), industriale (24,0%), terziario (15,2%) e per il 3% da altri settori.
“Negli ultimi anni questa amministrazione comunale si è fatta artefice di un’importante azione di pianificazione, sviluppando una visione futura della città e proiettandosi in una dimensione temporale di medio periodo – afferma l’assessora alle Attività Produttive ed Innovazione Benedetta Squittieri – Sono stati infatti approvati importanti strumenti di pianificazione tra i quali si ricordano il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS), il Piano Smart City, il Piano Operativo Comunale (POC ), il Piano Strutturale del Comune di Prato noto come Agenda Urbana Prato 2050 (da precisare rivedere) e più recentemente il il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC). La firma del Climate City Contract è solo l’ultimo tassello di una strategia che pone l’amministrazione comunale e la città di Prato tra le più all’avanguardia sui temi della transizione ecologica e giusta”.