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Prato lancia i patti territoriali per la salute mentale: dal lavoro con la “filiera della solidarietà” ai percorsi di autonomia abitativa  


Iniziativa del Pd con gli assessori regionali Bezzini e Spinelli per mettere in rete le iniziative e i progetti insieme a soggetti del terzo settore, associazioni, famiglie e utenti stessi


Claudio Vannacci


Quattro aree di intervento concrete, un impegno collettivo per superare la frammentazione dei servizi e una visione che parte dai più fragili per costruire una comunità più inclusiva. Sono i punti chiave emersi dall’iniziativa organizzata dal Pd Prato sui Patti territoriali per la salute mentale a cui hanno partecipato, tra gli altri, gli assessori regionali Simone Bezzini e Serena Spinelli, l’assessore al sociale di Prato e presidente della Società della salute Sandro Malucchi, il segretario del Pd Prato Marco Biagioni.

“Realizzare una adeguata allocazione delle risorse per la salute mentale deve restare una nostra priorità, anche in questa fase segnata da ristrettezze economiche dovute al sottofinanziamento nazionale. C’è bisogno di continuare a lavorare per costruire percorsi sempre più integrati, multiprofessionali e multidisciplinari, affinché nessuno si senta escluso o lasciato solo – commenta l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Simone Bezzini -. Parlare di patto significa adottare una visione d’insieme e un approccio integrato, orientato alla coesione sociale: un elemento senza dubbio positivo. Così come va sottolineato il valore dell’animazione dal basso che può aiutare a costruire contesti accoglienti e vitali”.

“Questa iniziativa, che ha coinvolto tanti attori sociali, coglie il punto fondamentale affinché un territorio cresca nella propria capacità di prendersi cura dei bisogni e dei diritti delle persone, a partire dalle maggiori fragilità e dal tema della salute mentale” dice Serena Spinelli, assessore alle politiche sociali della Regione Toscana -. C’è bisogno di strumenti nuovi e di nuova consapevolezza, della capacità di fare rete e costruire alleanze, di mettere a sistema tutte le risorse e le energie della comunità. In questo senso vanno i patti territoriali così come i percorsi di programmazione e progettazione condivisa tra istituzioni, servizi socio sanitario territoriali e terzo settore”.

Sul fronte del lavoro, la proposta principale è affidare alle cooperative di tipo B servizi legati alla cura del territorio, in particolare la manutenzione del verde pubblico. Un approccio che unisce l’inserimento lavorativo delle persone fragili alla terapia forestale, creando ambienti di salute per tutta la cittadinanza. A questa si affianca la “Filiera della solidarietà”, un sistema innovativo per mettere in rete e premiare le piccole imprese e il commercio sotto i 15 dipendenti che assumono persone con fragilità, colmando un vuoto normativo importante. Per l’abitare, l’accento è stato posto sulla necessità di strutturare percorsi di autonomia abitativa integrati nella strategia del social housing. Grande attenzione anche all’autoaiuto, con il mondo dell’associazionismo che attraverso cultura, sport e altre attività crea servizi inclusivi secondo il principio della salute mentale di comunità. La futura Casa delle associazioni di salute mentale sarà il centro di questa rete di supporto.

“A Prato c’è una generazione, anche politica, che è cresciuta vedendo la salute mentale con una nuova prospettiva, grazie anche alle tante realtà che animano la nostra città e che da 30 anni propongono un patto di questo tipo – ha sottolineato Marco Biagioni, segretario Pd Prato -. Su questo Prato è all’avanguardia, perché ha le basi per rendere questo percorso una realtà. Adesso tocca alla politica e alle istituzioni dare risposte concrete. Noi ci siamo e ci lavoreremo a tutti i livelli”.

Alla Società della Salute viene chiesto di garantire continuità tra questi percorsi. I Patti territoriali mirano infatti a evitare la frammentazione e a curare ogni aspetto della vita della persona, partendo dai più fragili ma con benefici per tutta la comunità. Alla Regione Toscana è stato chiesto un riconoscimento concreto di questo approccio, sia in termini di risorse che di applicazione delle leggi regionali. Il patto territoriale è lo strumento per dare sostanza ai principi della legge del terzo settore, che individua nella rete e nella coprogettazione la via maestra per lo sviluppo sociale del territorio.

“I soggetti del terzo settore sono antenne importanti per l’intera comunità, e hanno dimostrato capacità analitica e erogatrice di molti servizi. All’amministrazione pubblica rimane il compito di co-programmazione e di sostegno all’azione”, ha sottolineato Sandro Malucchi, assessore al sociale e presidente della Sds. “La piattaforma è costruita, da ora parte il percorso vero e proprio per tradurre questa visione in azioni concrete sul territorio ha concluso Aksel Fazio, coordinatore della Segreteria Pd Prato -. Questo avverrà attraverso la costruzione di una rete di relazioni strategiche e la co-programmazione con i soggetti del terzo settore, le associazioni, le famiglie e gli utenti stessi. L’obiettivo è aumentare la capacità del territorio di individuare azioni collettive in grado di rispondere ai problemi reali”.

Edizioni locali: Prato

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(N° 4 del 14/02/2009)
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